Un grande cruccio che affligge i genitori è la morte in culla. Nota come SIDS “Sudden Infant Death Syndrome”, la morte in culla all’apparenza non presenta delle cause ben precise. I bambini più a rischio sono quelli di età compresa tra i 2 e i 4 mesi.
In realtà è stato rilevato come vi si siano dei fattori ambientali che ne favoriscono l’insorgenza: lasciare coricato il bambino con la pancia in giù, l’uso di un materasso morbido, lenzuola non aderenti, temperatura elevata della cameretta, la presenza di fumatori.
Non dobbiamo collegare la morte in culla con fattori come il vomito o credere che sia dovuta a qualche vaccinazione.
Secondo alcune ricerche, l’incidenza è minore nei bimbi che usano il succhiotto.
Eliminando tali fattori di rischio il problema, di per sè non frequente (colpisce un bambino su 1000), si ridurrà ulteriormente.
Di recente sono state rilevate però alcune caratteristiche comuni nei bimbi morti in culla: il mancato sviluppo dell’area cerebrale che ci avvisa quando il respiro viene a mancare durante il sonno, difetti cardiaci, un gene difettoso.
Inoltre se ne registra una maggiore frequenza nei prematuri e nei bimbi sottopeso o con madri fumatrici.
Qualcosa che potrebbe essere utile e fondamentale per i genitori, è imparare la tecnica della rianimazione polmonare, che può essere messa in atto nel caso che il piccolo smetta di respirare, non dimenticando di chiamare immediatamente il 118.
Al medico si dovranno riferire le circostanze in cui l’episodio ha avuto luogo, il colorito assunto dal bambino e se in genere presenta dei problemi respiratori.
Il medico farà delle analisi complete per comprendere la causa scatenante e se il caso lo richiede si può consultare una struttura specializzata.
Potrebbe anche fornirvi uno strumento di monitoraggio per controllare il respiro del bambino. Dopo due mesi, se non si ripresentano altri episodi di apnea, si può interrompere il monitoraggio. In caso contrario si proseguirà per 6 mesi o 1 anno.
In alcuni Paesi, grazie a campagne di prevenzione, il tasso di mortalità si è ridotto notevolmente. In Italia, la prevenzione per la SIDS, è a carico di alcune Regioni e ospedali.
Chiedere consiglio ad un pediatra su come comportarsi, sia per voi che per la serenità del piccolo, potrà aiutarvi a superare il problema.