L’anti-rotavirus è il vaccino che protegge i bambini (in particolare i neonati) da diverse forme gastrointestinali, spesso pericolose. Questo vaccino, che si somministra per via orale, viene fatto entro i primi mesi di vita del neonato, con due successivi richiami entro i 2 anni.
Ma cos’è il rotavirus? Quanto è pericoloso per i nostri figli? Come funziona il vaccino, quando e come si somministra? A tutte queste domande rispondiamo con un approfondimento tematico.
Cos’è il rotavirus e quanto può essere pericoloso
L’infezione da rotavirus colpisce in particolare i neonati e i bambini entro i 5 anni, causando una forma di gastroenterite pediatrica, in alcuni casi molto pericolosa, che può portare anche al ricovero. Il virus si trasmette per via oro-fecale, cioè si trova nelle feci di soggetti infetti e il contagio avviene attraverso l’ingestione di cibo oppure acqua contaminati.
Una volta infettati, il virus ha un’incubazione di circa due giorni prima di manifestarsi con febbre, diarrea e vomito.
I sintomi, nei casi normali, durano un paio di giorni per poi scomparire. La malattia può avere una durata variabile da 3 a 8 giorni. Il rotavirus diventa pericoloso soprattutto nei neonati entro i 6 mesi di vita. Questo perché la diarrea, spesso liquida, porta a una disidratazione repentina che, nei lattanti, può essere molto pericolosa e portare addirittura al ricovero ospedaliero.
Il vaccino: dosi, tempi di somministrazione e modalità
Esistono due tipi di vaccino, che hanno la stessa funzione di immunizzare il bambino dal virus e si assumono sempre per via orale, che si differenziano solo per dosi e numero di somministrazioni (uno ne prevede 2, l’altro 3). Generalmente è il pediatra o il Distretto Sanitario a scegliere quale tipo somministrare, la preferenza non spetta dunque ai genitori.
Il vaccino Rotarix™ si somministra in due dosi, la prima tra 6 settimane e 3 mesi di età a seconda del piano di vaccinazioni stabilito dal proprio pediatra o distretto sanitario. La seconda, a distanza di almeno 1 mese dalla prima, e comunque non oltre i 6 mesi del bambino. Questo per scongiurare le possibili patologie gravi che colpiscono i neonati.
Il vaccino RotaTeq™, sempre in forma orale, si somministra invece in tre dosi a 2, 4 e 6 mesi, con un margine di tempo su questa tempistica che non superi le 4 settimane. Tra ogni dose deve esserci comunque un intervallo di minimo 4 settimane (massimo 10 settimane) per garantire una copertura completa.
Esistono effetti collaterali? Normalmente il vaccino è bene tollerato nonostante la tenera età dei piccoli. Non si possono però escludere episodi di nausea, mal di stomaco, vomito o diarrea, sporadicamente anche febbre.
I virus somministrati sono attenuati, modificati in laboratorio per essere innocui tanto da rende immuni i vaccinati ma non scatenare la malattia. Questo non significa però che non possano manifestarsi sintomi della malattia in forma lieve. Anche se molto raro, può verificarsi, soprattutto nei maschietti, l’invaginazione intestinale, una specie di blocco intestinale che si può facilmente identificare controllando le evacuazioni del piccolo che dovranno mantenersi regolari.
Prevenzione: il vaccino anti-rotavirus combatte il diabete?
Anche se la prevenzione mediante vaccino rimane il solo strumento efficace per prevenire la malattia, una buona igiene degli spazi dove il bambino vive e la cura personale sono la prima vera arma per prevenire il virus. Ma prevenire può significare anche combattere altre malattie. Da alcuni recenti studi condotti dall’università di Melbourne, infatti, è stato evidenziato che il vaccino contro il rotavirus sarebbe protettivo contro il diabete di tipo 1.
La ricerca pubblicata sulla rivista medica Jama Pediatrics ha comparato i dati dei bambini affetti da diabete 1 negli 8 anni prima dell’introduzione della vaccinazione e negli 8 successivi.
E’ emerso che il tasso di diabete è sceso del 14% nei bambini da 0 a 4 anni che erano stati vaccinati con l’anti-rotavirus. La spiegazione di questa incidenza positiva starebbe nel fatto che il rotavirus contagia le cellule del pancreas uccidendo parte delle cellule che fabbricano insulina. Il vaccino sarebbe in grado di bloccare l’intero processo, “salvando” la produzione di insulina, efficace contro il diabete.