Tutti i neonati hanno una voglia smisurata di nascere, di conoscere il volto della loro mamma e di abbracciare i fratellini che li attendono con ansia, alcuni però “bruciano” un po’ troppo i tempi e non riescono a resistere nel pancione della madre per le 40 settimane che la natura richiede.
I nati prematuri, cioè quelli che nascono prima delle 37 settimane di gestazione, vanno spesso incontro a difficoltà di vario genere, in quanto il loro corpicino non è ancora in grado di svolgere autonomamente e completamente tutte le funzioni vitali. Il problema diviene ancora più gravi per i bimbi che nascono prima delle 28 settimane di gestazione, in quanto il loro organismo non ha ancora sviluppato tutti gli organi, in particolare l’apparato respiratorio.
Nel mondo sono 15 i milioni di bambini che nascono prematuri ogni anno e, si stima, che un milione di loro muoia proprio per questa sua condizione di prematurità. Negli States, addirittura, la prematurità è la prima causa di morte dei neonati.
Una nuova invenzione potrebbe cambiare le cose: è di questi giorni la notizia che degli scienziati dell’Università del Michigan, negli Stati Uniti, hanno messo a punto una placenta artificiale, in grado di simulare l’interno dell’utero materno.
Nella placenta artificiale c’è una pompa che è in grado di far circolare il sangue all’interno dell’utero e quindi nel flusso sanguigno del bambino, realizzando così il processo di scambio dell’ossigeno, senza l’aiuto della ventilazione meccanica.
Sebbene sia ancora in fase embrionale, questo progetto promette di essere un valido aiuto per la maturazione degli organi e per garantire la sopravvivenza dei prematuri nati prima delle 28 settimane di gestazione. Finora è stato impiegato per sperimentare la sopravvivenza di 5 agnelli nati prematuramente e il risultato è stato promettente, l’auspicio dei ricercatori è di mettere definitivamente a punto la placenta artificiale entro i prossimi 5 anni.