Una delle domande che più spesso si fanno le mamme al termine della gravidanza, riguarda l’inizio del travaglio. Sarò in grado di capire quando è ora di andare in ospedale? Perché c’è il rischio di andarci troppo presto, e magari essere rimandate a casa per un falso allarme, o di sottovalutare il tutto e poi dover fare una corsa per evitare che il piccolo nasca in casa.
Il periodo prodromico
La prima fase che andiamo ad affrontare è il periodo prodromico: il collo dell’utero di modifica. Diventa centrale, si fa più sottile e si dilata: ad avvertirvi di quello che sta succedendo, compaiono delle contrazioni lievi, simili ai dolori mestruali. Sono però irregolari e diverse tra di loro, di intensità variabile.
Altro campanello dall’allarme potrebbe essere la perdita del tappo mucoso, evento normale che segnala che il corpo è pronto a far nascere il bambino. Non dovete però ancora andare in ospedale. Se siete al primo figlio, questa fase può durare anche 10 ore, quindi fate una doccia calda e rilassatevi.
La fase dilatante
La seconda fase è quella dilatante: le contrazioni iniziano a farsi forti e regolari, e arrivano ogni 5 minuti. Anche questa fase, se siete al primo parto, può durare circa 10 ore: se quindi non avete ancora rotto le acque, potete trascorrere ancora del tempo a casa. Un’altra doccia vi aiuterà a sopportare il dolore. Controllate di avere tutti gli esami a portata di mano e la valigia fatta.
3, 2, 1… via!
Con le contrazioni a 3-4 minuti, potete partire. Una volta arrivate, il ginecologo contrellerà il vostro stato e vi invierà in sala parto o travaglio.
Quando non bisogna assolutamente perdere tempo!
Vi abbiamo descritto la situazione perfetta: ma quando invece non dovete perdere tempo e recarvi subito in ospedale?
1.Se il sacco amniotico è rotto e il liquido è tinto.
2.Se avete perdite di sangue vaginale di un rosso vivo e molto abbondanti.
3.Se siete al secondo o terzo parto: in genere sono più veloci del primo, e le varie fasi potrebbero accorciarsi drasticamente.
Anche nei casi segnalati, però, restate calme: si tratta comunque di precauzioni. In bocca lupo, future mamme!