Un intervento cardiologico “hi-tech”, eseguito presso la struttura ospedaliera Regina Margherita di Torino, è riuscito a salvare la vita ad una bambina nata prematura. Si tratta del primo intervento di questo tipo eseguito in Italia ed ha interessato il “dotto di Botallo” che l’equipe dell’ospedale del capoluogo piemontese è riuscita a chiudere.
La bambina era nata nello scorso mese di aprile dopo un intervento d’urgenza con taglio cesareo quando la gravidanza era arrivata alla 28esima settimana.
Un intervento risolutivo per la vita della bambina
Quello che è stato chiuso con l’operazione si chiama “dotto di Botallo” e normalmente dopo la nascita si chiude in maniera autonoma. Quando si registrano delle nascite “premature” può accadere che questo non avvenga ed è quindi necessario intervenire con delle cure farmaceutiche.
In questo caso sono stati effettuati 4 tentativi di cura farmacologica, ma non sono andati a buon fine e i medici del reparto di cardiologia pediatrica hanno deciso che era necessario procedere attraverso un intervento.
L’equipe di questo reparto del Regina Margherita ha dunque deciso per un intervento in modalità “percutaneo” che consiste nel chiudere il condotto passando attraverso la vena femorale del paziente. La bambina al momento dell’intervento pesava solo 1200 grammi e l’intervento a cui è stata sottoposta ha avuto una durata di 30 minuti.
In seguito le è stata sospesa la terapia farmacologia e respira in modo autonomo. I medici che hanno effettuato questo difficile e innovativo intervento, dopo la riuscita lo hanno definito come un “miracolo“, e che è stato possibile raggiungere questo risultato anche grazie alla collaborazione tra tutte le persone e le strutture interessate tra le quali il reparto di neonatologia nel quale la piccola si trova sin dal momento del parto.
Una nuova tecnica ed un traguardo importante
L’intervento, che è stato eseguito alcuni giorni fa con esito positivo, rappresenta un significativo passo in avanti che è stato fatto nel settore della “chirurgia mini invasiva” e che specialmente per quanto riguarda bambini piccoli consente di evitare dei trattamenti “aggressivi”.
Una tecnica relativamente nuova e che consiste nell’inserimento di un piccolo tappo all’interno del vaso sanguigno entrando nel sistema circolatorio del paziente dalla vena femorale.