I neonati hanno quel profumo particolare, quasi ipnotico da quant’è buono, dato da un insieme di fattori tra i quali vi sono i prodotti a loro dedicati per l’igiene.
Uno di questi prodotti è sicuramente il talco, utilizzato da tempo immemore per asciugare l’umidità che si forma nelle pieghe dell’epidermide del bimbo e per prevenire gli arrossamenti causati dal pannolino.
Anche se si tratta di uno dei prodotti più longevi in commercio per la cura del bebè, è legittimo che le mamme si chiedano se sia sicuro, come e quando sia da utilizzare e quale sia il più adeguato per la cura della delicatissima pelle di un neonato.
E noi risponderemo a tutte queste domane.
Talco e neonati: è un prodotto sicuro?
Uno studio condotto dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha evidenziato un rischio di cancerogenicità legato all’utilizzo del talco.
Facciamo subito chiarezza: l’IARC considera il talco come un agente con rischiosità potenziale ma ancora non debitamente comprovata da studi clinici e solo per quanto concerne un possibile tumore alle ovaie.
Questa patologia, che ha comunque una probabilità di insorgenza molto bassa, si manifesterebbe però solo nel caso di un uso di quantità eccessive di prodotto e protratto per molto tempo: ne consegue che l’uso normale del talco per il cambio pannolino o dopo il bagnetto, con quantità giuste, non è assolutamente pericoloso perché non rientra nelle condizioni di rischiosità classificate in modo esaustivo dall’IARC.
Lo stesso Istituto ha poi evidenziato anche la nocività del talco eventualmente inalato dal neonato: ma, anche in questo caso, si parla solamente di rischio potenziale, di importanti quantità di prodotto aspirato e per tempi prolungati.
Inoltre, cosa molto importante, va ricordato che il talco in commercio, sin dagli anni ’70, viene controllato al fine di evitare che in esso vi sia la presenza di polveri d’amianto.
Talco e bimbi: a cosa serve e come usarlo sui neonati
L’uso del talco sui neonati risponde all’esigenza di prevenire arrossamenti e irritazioni, che possono degenerare in piccole piaghe, conseguente alla sudorazione persistente nelle pieghe della pelle del bimbo o nella zona dei genitali.
Questa polvere finissima contiene magnesio, silicio e ossido di zinco, tutti elementi che le conferiscono un’altissima proprietà assorbente e lenitiva.
Per questo, il talco viene principalmente usato durante il cambio del pannolino e, in caso di sudorazione importante, anche nelle pieghe che si formano su braccia, gambe e collo e sulla piante dei piedini.
Il talco va cosparso sull’epidermide pulita e perfettamente asciutta; si versa un po’ di prodotto sulla mano e lo si applica con delicatezza sulla cute del bebè, facendo attenzione a evitare sempre le mucose e le zone che presentano ferite o escoriazioni.
La quantità da usare dev’essere modica, meglio ripetere eventualmente l’operazione anziché eccedere in misura e va prestata la massima attenzione alla zona del viso, per evitare che il bimbo inali la polvere o ne cada qualche pulviscolo negli occhi.
Il talco giusto per il bebè: come sceglierlo
Le tipologie di talco in commercio, soprattutto le linee dedicate alla cura dei neonati, sono tutte sicure e testate.
Tuttavia, nell’andare ad acquistare il talco per i neonati, va consultata con attenzione la nomenclatura riportata nella confezione del prodotto (l’INCI – International Nomenclature of Cosmetic Ingredients): questo al fine di scongiurare la presenza di allergeni o altre sostanze nocive quali parabeni, fenossietanolo, coloranti, saponi alcalini, siliconi e paraffina (solo per citarne alcune).
Inoltre, è bene controllare che i quantitativi di metalli pesanti (cobalto, nichel e cromo), naturalmente presenti nel talco, siano inferiori a 0,4 pm.
Un’ottima soluzione sono i prodotti ecobiologici, arricchiti con avena, calendula o altre sostanze lenitive e idratanti presenti in natura. Una validissima alternativa al talco in polvere è la formulazione liquida (il c.d. talco-non-talco), in emulsione fluida o spray, che ha le stesse proprietà e viene sottoposto alle stesse valutazioni e certificazioni di quello in polvere ma, al contrario di quest’ultimo, scongiura il rischio di inalazione da parte del bebè.