L’alimentazione del bambino rappresenta uno dei problemi principali che i genitori si trovano a dover affrontare; il passaggio dall’allattamento (naturale o artificiale) ad una dieta comprendente anche cibi solidi viene chiamato svezzamento e si verifica intorno ai sei mesi di vita.
A tale età infatti il bambino, per crescere, necessita di sostanze che non sono presenti nel latte, ma che si trovano negli alimenti solidi.
Segnali che consigliano di incominciare lo svezzamento
A circa sei mesi, i lattanti mostrano: la capacità di stare seduti senza sostegno, di coordinare occhi e mani per afferrare gli alimenti e portarli alla bocca, e perdono il riflesso di estrusione della lingua, diventando capaci di mantenere dentro alla bocca il cibo anche se offerto con un cucchiaio; inoltre, pur non essendo ancora dotati di denti, sviluppano la capacità di masticare e di deglutire con sicurezza i cibi solidi.
Questi comportamenti vanno interpretati come segnali inequivocabili secondo cui il bambino è pronto per accettare un’alimentazione con cibi solidi.
Dal punto di vista psicologico, a sei mesi il piccolo incomincia a rendersi conto dell’ambiente che lo circonda, ed anche dei comportamenti delle persone a lui vicine. Durante i pasti quotidiani osserva che i genitori si alimentano con cibi solidi, e dimostra un notevole interesse per questa esperienza sconosciuta. Facendolo sedere al tavolo con adulti, il bambino può incominciare a portare alla bocca pezzetti di alimenti solidi o semi-solidi, che inizialmente tratterrà senza deglutire, unicamente per rendersi conto della loro composizione, mentre successivamente comincerà a sminuzzare anche in assenza dei denti, e poi a deglutire. Nel momento in cui il bambino manifesta evidente interesse verso il cibo di consistenza formata, significa che è pronto per incominciare ad assumerlo.
Aspetti psicologici dello svezzamento
Lo svezzamento è un rito di passaggio che segna l’allontanamento e la separazione fisica del bambino dal corpo della madre, soprattutto in caso di allattamento al seno; ma anche del distacco psicologico, in quanto durante questa fase viene persa l’intimità esclusiva che ha legato per i primi mesi la madre al bambino.
È normale quindi che lo svezzamento sia un momento molto delicato per lo sviluppo sia fisico che psichico del neonato, il quale deve prendere atto di essere una persona autonoma e separata dalla madre.
L’espressione di tali contrastanti emozioni può causare inizialmente il rifiuto del cibo da parte del bambino che non accetta la fine del rapporto simbiotico con la madre. Durante lo svezzamento è molto importante che i genitori non obblighino assolutamente il figlio a mangiare, ma rispettino i tempi ed i modi con cui viene elaborato il concetto di separazione dalla madre.
Un consiglio utile per rendere più facile lo svezzamento, è quello di tenere il piccolo a tavola con gli adulti, in quanto lo spiccato senso di emulazione caratteristico di ogni bambino può portare ad un’accettazione del cambiamento di alimentazione.
In ogni caso, sarà il bambino stesso a mandare ai genitori dei segnali evidenti, che confermino la sua disponibilità ad incominciare una dieta con alimenti solidi.