Chiedimi una cosa che amo tanto dei bambini.
Ti dirò la loro inefficacia.
I bambini non camminano dritti sul marciapiede: zigzagano, prima, poi scovano il bordo, allora ci fanno l’asse d’equilibrio, ti danno la mano, barcollano funamboli, e sembra che sotto c’è il cielo. Non gliene frega se hai fretta, se da sola saresti già arrivata.
Dormono con la coperta storta, non conta quante volte gliela riaggiusti, dormono col sedere per aria, a te verrebbero i crampi, le formiche alle braccia. Sei scomoda solo a guardarli.
Impugnano il pennarello con tutta la mano, stringono, neanche dovesse scappargli. I bordi del foglio sono opinabili: dove finisce? Di solito due dita prima di dove sono arrivati coi colori. E ripassano: ripassano mille volte sullo stesso punto, ma lasciano bianchi fessure e buchi rimasti indenni al pennarello.
Mangiano inforcando una sola pasta alla volta. Avanti e indietro, su e giù dal piatto, insistono e non si stancano. Di ogni forchettata metà arriva in bocca, l’altra dondola sul bavaglino o decora il tavolo.
Soffiano con tutto il fiato che hanno sulle candeline, sui soffioni dei campi, poi il fiato resta lì, appena dietro le labbra, si esaurisce prima di raggiungere il bersaglio. Restano guance molli e il volto rosso. Restano candeline accese e fiori intonsi.
Smontano una colonna di lego, pezzo per pezzo: non importa che poi la ricompongano, identica, sulla fattoria che gli hai costruito. E quando ti aiutano a metterlo via, prendono un mattoncino, lo versano nella grande scatola, tornano. Prendono un altro mattoncino, lo versano. Tornano.
Se non gli viene una parola si fermano, poi ricominciano la frase da capo: “Mamma, lo sai che…” E ogni volta ripartono da “mamma”, anche se sei lì davanti, anche se non ti sei spostata di un soffio.
Mettono il sapone sulle mani mentre già le risciacquano sotto il getto del rubinetto, fanno un giro intero su sé stessi per raggiungere un oggetto che gli è appena dietro. Guardano tutto il cielo per trovare la luna. Cercano in tutta la casa per trovare la mamma.
Hanno una memoria sciocca, ricordano le cose piccole, te le raccontano dieci volte. Dimenticano come si fanno certe cose semplici, tenere bene il bicchiere, non stare incollati allo schermo della tv, infilare una maglietta. Non hanno gli automatismi degli adulti: sono gli automatismi, a farci svelti, capaci. Efficaci.
A farci smettere i bordi del marciapiede. A farci sbrigare. A scegliere con la logica, svelti, la strada più breve. Con le nostre coordinate chiare, il nord, il sud. La luna che troviamo subito. Perdendoci il resto del cielo.