Nell’ultimo ventennio il termine autismo è stato sempre più usato e abusato, diventando lo spauracchio di centinaia di genitori, che lo associano ad importanti ritardi mentali. In realtà, sebbene, secondo recenti studi potrebbero soffrirne circa 100 persone ogni 100.000, solo l’1% di esse sviluppa un vero e proprio ritardo mentale.
Per questo, più che di autismo, sarebbe opportuno parlare di disturbi dello spettro autistico: ci sono, infatti, numerose sfumature, alcune talmente leggere e irrilevanti da non essere neanche percepite.
Autismo: conoscerlo per non averne paura
Il professor Laurent Mottran, psichiatra e professore di neuroscienze cognitive dell’autismo presso l’Università di Montréal, in Canada, nel suo dossier pubblicato su Le Scienze – Mente & Cervello, spiega che i disturbi dello spettro autistico agiscono in modi estremamente differenti sulla capacità di interagire con gli altri, sulla comunicazione e sul linguaggio con un’incidenza maggiore negli individui di genere maschile.
L’autismo, in molti casi, è talmente lieve da essere difficilmente riconoscibile, specialmente negli adulti, che attuano dei meccanismi di compensazione per quei sintomi che invece sono più marcati nei bambini. Riconoscere questi sintomi e intervenire tempestivamente, può fare un’enorme differenza, perché si può aiutare il bambino ad inserirsi con successo nel tessuto sociale.
E proprio “inserimento” è la parola chiave: gli individui affetti da disturbi dello spettro autistico, non hanno bisogno di essere curati, di colmare quelle che per noi sono lacune, ma hanno bisogno di essere accettati. Il loro è un bisogno di avere intorno una società più aperta e meno incline al giudizio su cosa sia normale e su cosa non lo sia.
I possibili segnali dell’autismo
Noi genitori, che viviamo a stretto contatto con il nostro bambino, siamo i primi ad accorgerci se qualcosa non va.
Tra i segnali che potrebbero far scattare un campanello d’allarme, ci sono la difficoltà a fissare lo sguardo sulle persone oppure sugli oggetti, scarsa interazione con gli altri, ripetitività di determinati atteggiamenti, oltre ad una possibile regressione del linguaggio. Questo accade perché i bimbi autistici percepiscono il mondo che li circonda in maniera amplificata e si isolano per difendersi.
Se siete preoccupate per alcuni comportamenti di vostro figlio, rivolgetevi al pediatra che sottoporrà il bimbo ad un esame obiettivo e vi sottoporrà un questionario definito CHAT.
Rivolgersi ad uno specialista, che attui un percorso psico-educativo progressivo e mirato, è il modo migliore per aiutare questi bambini ad inserirsi con successo nella società.
Floriana Decannio