Sono sempre stata convita che, non vivendo in cima ad una montagna, su un’isola deserta, abbiamo tutti dei doveri verso gli altri. Siamo tutti responsabili verso il prossimo. Anche quello più lontano. Quello che non conosceremo mai. Quello che ci sta, profondamente, sui cosiddetti.
È per questo che non mi sono mai piaciuti i menefreghisti, gli individualisti quelli che ” a me non importa niente di quello che dicono”.
In questo momento, più che mai, la responsabilità verso gli altri è decisiva.
È necessario non uscire, non fare quello né quell’altro, perché ci si salvi tutti e il più in fretta possibile.
Ma è anche importante mostrarsi forti, coraggiosi, pazienti, intraprendenti, fiduciosi, sforzandoci anche un pochino, per tirare su l’altro, quando l’altro è al limite. Un giorno per ciascuno, per infondere luce, per far percepire un futuro prossimo.
Sebbene questo è ciò che penso, nella parte più profonda di me, sento che abbiamo anche un’altra responsabilità verso noi stessi e verso gli altri.
Non raccontarci balle.
A casa si litiga. Ci sono mariti e mogli che non andavano d’accordo prima, figuriamoci ora. Gente che, se non fosse per lo stato di famiglia, sarebbe estranea a tutti gli effetti. Figli con i quali si avevano problemi di comunicazione e di porte sbattute, in tempo di pace, e nulla è cambiato. Persone che si amavano follemente prima, ma che ora, senza minuti di tregua, in sessanta metri quadrati, preferirebbero scappare con un estraneo. Mariti e moglie, fratelli e sorelle, genitori e figli che, pur continuando a volersi bene, a rispettarsi, a comprendersi, passano il tempo a litigare.
La convivenza, fatta solo di limiti, non è facile.
Abbiamo tante preoccupazioni: il lavoro dopo, il mutuo adesso, l’intervento che bisognava fare, il progetto che non si sa quando vedrà la luce, i parenti in ospedale, i cari lontani.
E dopo qualche settimana, tutto questo, si versa su l’altro. Si litiga per un non nulla, nel quale, però, c’è tutto questo. Una carica esplosiva fatta di cose non dette, più con se stessi, con la vita che ci ha riservato settimane assurde, che con l’altro.
Ecco, io, a volte, sto così. Non me ne vergogno. Litigo. Urlo. Faccio pace. Litigo. Vorrei scappare. Torno prima di poterlo fare. Faccio da paciere tra le bimbe. Litigo con le bimbe. Mi addormento, sul divano, fra le bimbe.
Ecco, io, a volte, vorrei che ci dicessimo anche questo. Nelle nostre telefonate. Nei post su facebook. Nei video su instragram.
Vorrei che ci dicessimo anche questa verità, per non far sentire sole, sbagliate, cupe, tristi, pessimiste, persone che affrontano anche questi momenti.
Momenti in cui non va tutto bene. Momenti in cui non sopportiamo noi stessi, figuriamoci gli altri. Anche se quegli altri sono la nostra famiglia.
Diciamoci tutto. Facciamolo per noi e per gli altri.