She Decides è una campagna che ha come obiettivo il sostegno alla salute riproduttiva della donna. La prima conferenza sul tema si è tenuta il 2 marzo a Bruxelles.
She Decides: appello che parte dall’Olanda
Dopo la decisione di Lilianne Ploumen, Ministra del Commercio Estero e della Cooperazione allo Sviluppo olandese, di istituire un fondo di 10.000.000 di euro, anche Svezia, Danimarca, Finlandia, Lussemburgo, Canada, Capo Verde e altri 50 Paesi al di fuori dell’Unione Europea hanno deciso di partecipare a She Decides, campagna nata con lo scopo di contrastare le politiche restrittive del Presidente americano Trump, che con la sua Mexico City Policy (Global Gug Rule), ha bloccato i finanziamenti a molti progetti che si occupano di aborto e di pianificazione familiare.
She Decides, l’obiettivo della campagna
Quello di She Decides è un obiettivo ben definito, che mira a salvaguardare i diritti di milioni di donne e bambine, in particolare di coloro che vivono nei Paesi più disagiati; diritti che vengono garantiti dall’opera di molte associazioni non governative e di agenzie che operano per conto delle Nazioni Unite. L’obiettivo di SheDecides non è quello di creare un nuovo organismo, ma di mettere sul piatto i fondi necessari per aiutare quelli già esistenti.
Secondo la vice Prima Ministra della Svezia, Isabella Lovin, l’iniziativa di Trump è un attacco alla salute e all’autonomia di tutte le donne del mondo.
She Decides, non tutti sono d’accordo
Sebbene abbia raccolto molti consensi, questa iniziativa non è riuscita ad ottenere un’approvazione unanime. Tra le voci fuori dal coro degli entusiasti, c’è quella di Obianuju Ekeocha, presidente di Culture of Life Africa. Secondo il presidente di questa associazione, infatti, l’iniziativa partita dall’Olanda sarebbe solo un’ulteriore forma di colonialismo, perché nessuno dei Paesi promotori si è mai preso il disturbo di chiedere l’opinione delle persone a cui questa campagna è rivolta.
Dello stesso avviso è anche Maria Hildingsson, segretaria generale della Federazione europea delle associazioni famiglie cattoliche: secondo lei, molte sono le voci che chiedono più assistenza per le donne in gravidanza e che si avvicinano al delicato momento del parto. Voci, che, a quanto pare, al momento restano inascoltate.
Ma va fanculo al tuo paese e muori la