L’argomento nanna è uno dei più spinosi in assoluto per le neo-mamme. Un neonato non è in grado di gestire le fasi di sonno e di veglia, sia per motivi strutturali, in quanto il suo sistema cerebrale non è ancora del tutto sviluppato, sia perché non sa cosa significhi. Come per tutte le cose, deve essere la mamma ad insegnare al piccolo come ci si addormenta.
A volte, la paura di non essere all’altezza, l’ansia di interpretare in modo scorretto un pianto o il timore di non dare abbastanza al proprio bimbo, rischia di farci commettere degli errori. La conseguenza è che il bimbo prenda dei “vizi” che poi sono difficili da togliere. L’esperta puericultrice Franca Scaglietti, che segue neonati e neo-mamme da più di 25 anni, ha spiegato quali sono i segreti per far addormentare il bambino e garantire anche ai genitori notti di sonno tranquille e riposanti.
Insegnare al bimbo come si dorme: deve farlo la mamma
Secondo l’esperta Scaglietti, un bambino di pochi giorni è “carta bianca”, “puro come acqua di sorgente”. Il piccolo non sa nulla del mondo e della vita e tutte le abitudini che prenderà: mangiare, dormire e vivere le sue giornate sono frutto degli insegnamenti della mamma. Se una mamma si sente in dovere di addormentare il piccino tra le braccia, cullandolo fino a farlo scivolare nel sonno, lui crescerà pensando che quello è l’unico modo giusto di dormire.
Spesso, ciò che mette in condizione le neo-mamme di adottare questa tattica è il pianto del bimbo che, messo nella culla, si lamenta. A poco a poco, si impara ad interpretare i diversi tipi di pianto del proprio figlio. Tendenzialmente, se un neonato ha mangiato, è stato cambiato, ha ricevuto la sua dose di coccole e non mostra segni evidenti di malessere, il pianto non ha un grande significato, se non quello della richiesta di attenzioni. In questi casi, quindi, non ci deve preoccupare.
Insegnare al bimbo ad addormentarsi: ecco il segreto
Instaurare fin dai primi giorni di vita una buona abitudine alla nanna è il segreto per non avere problemi in futuro. È importante creare una routine. L’ultima poppata, ad esempio, può avvenire in penombra, in un ambiente più silenzioso rispetto a quelle diurne. Dopodiché, si può provare a fare il bagnetto al bimbo, cambiarlo, coccolarlo per qualche minuto e metterlo nella sua culla, al buio.
Il ciuccio, in questi casi, è un ottimo strumento: è consolatorio, stimola il bimbo a succhiare e quindi a rilassarsi. La mamma può restare vicino al bambino, carezzandolo o parlandogli dolcemente, se il bimbo piange o fa qualche versetto di protesta, senza prenderlo subito in braccio al primo vagito. A poco a poco il piccolo prenderà la sana abitudine di addormentarsi nella sua culla, al buio: un punto fermo che porterà avanti per tutta la vita.
Chi abitua così i propri figli fin da neonati, difficilmente, in futuro, si troverà a dover affrontare capricci perché il piccolo vuole dormire nel lettone o perché ha paura dell’oscurità o perché vuole rimandare all’infinito l’orario del sonno. Inoltre, i bambini che affrontano il riposo in modo tranquillo, sereno e consapevole, sono più reattivi, meno nervosi e più tranquilli e felici di giorno. Esattamente come le mamme che riescono a dormire un numero adeguato di ore per notte!
Noi siamo super affiatate! Dormiamo come dei ghiri tutta notte! Brava la mia bimba!