Nella scuola si va verso lo stop alle chat che coinvolgono i docenti e i genitori. Il direttore generale del Moige, Antonio Affinita ha dichiarato ad Adnkronos che deve essere rinnovato il patto di “corresponsabilità educativa”.
Le chat tra professori e genitori
In una intervista rilasciata ad Adnkronos, relativa alle chat su whatsapp che sono ormai uno strumento comune tra i professori, i genitori e gli studenti, Antonio Affinita, nella sua veste di direttore generale del movimento genitori (Moige), ha definito le chat di classe come la “parte finale” di un problema molto più grande ed ha quindi chiesto che sia rinnovato urgentemente il patto di “corresponsabilità educativa” che coinvolge le scuole e le famiglie degli studenti.
Affinita ha dichiarato che tra scuola e famiglia il dialogo si è ridotto ai minimi termini e che deve essere ricreata una armonia nuova, sollecitando in questo senso anche il ministro Bianchi. Lo stesso invito era stato da poco fatto anche dalla sezione laziale dell’ANP (Associazione Nazionale dei Presidi).
Il direttore generale del Moige ha citato alcune situazioni nelle quali venivano usati sia degli atteggiamenti che dei linguaggi inadeguati, che non sono né affrontabili né risolvibili attraverso le chat, che in alcuni casi rendono la situazione ancora più complicata e grave, per cui è necessario ricorrere a modi diversi, con comunicazioni tra scuola e famiglia diverse e più ampie.
La posizione dell’Associazione presidi del Lazio
Riguardo a questo argomento si registra anche la presa di posizione dell’Associazione presidi del Lazio che ha espresso il suo pensiero sulle chat con le parole al presidente dei presidi di Roma, Mario Rusconi, che in una intervista rilasciata al quotidiano nazionale “Corriere della Sera”, ha affermato molto chiaramente che le chat con genitori e studenti dovrebbero essere abolite.
La stessa associazione ha inoltre iniziato una revisione molto attenta del codice deontologico, cercando di creare una sorta di “vademecum” che in partenza sarà a livello locale ma che in seguito potrebbe essere esteso a tutte le scuole del nostro Paese.
Le comunicazioni tra docenti e famiglie dovrebbero in questo modo tornare ai canali tradizionali, che sono il registro elettronico, il sito web dei vari istituti e gli indirizzi email della scuola, evitando ad esempio le domande da parte dei genitori su un brutto voto assegnato al proprio figlio nella chat della classe.