Di recente, presso l’Ospedale Sant’Anna di Torino, è stata sperimentata una nuova tecnica per eseguire lo screening prenatale: si tratta del primo caso al mondo e, a detta degli esperti, rappresenta una importante innovazione dato che ridurrà l’invasività di questo test per le mamme e i loro bambini.
Screening prenatale col test del DNA
Il test è stato eseguito per la prima volta al mondo in Italia e, in particolar modo per l’Ospedale Sant’Anna di Torino, rappresenta un importante traguardo dato che non solo ridurrà i rischi di aborto per le future mamme, ma si basa su tecniche meno invasive che in passato: presso la struttura sanitaria del capoluogo piemontese è stato utilizzato infatti un nuovo tipo di test del DNA per effettuare lo screening prenatale, ovvero tutto quell’insieme di esami e controlli che verificano lo stato del feto durante i mesi di gestazione.
Come detto, si tratta di una tecnica rivoluzionaria che ha fatto il suo esordio proprio al Sant’Anna e che, sostanzialmente, si basa su una serie di prelievi del sangue a cui viene sottoposta la futura mamma al fine di ridurre considerevolmente il numero di coloro che ricorrono a test più invasivi quali, ad esempio, l’amniocentesi.
I vantaggi di questa tecnica e la sperimentazione
Infatti, attraverso l’analisi del DNA libero del feto, si potranno avere subito informazioni sulle sue caratteristiche genetiche, col vantaggio di non dover ricorrere a test diagnostici quali il prelievo dei villi coriali che, come noto, aumenta i rischi di aborto; dunque, sin dallo screening prenatale adesso sarà valutata con maggiore precisione la possibilità che il neonato possa sviluppare malattie cromosomiche come le trisomie 13, 18 e 21, meglio conosciuta come Sindrome di Down.
Dopo che la tecnica è stata inaugurata al Sant’Anna, la sperimentazione sarà integrata in un progetto più ampio: al momento però questo test del DNA non potrà essere fornito dal sistema sanitario pubblico anche per via dei costi che comporta, ma sarà garantito alle donne che si sottopongono ad amniocentesi presso il centro di ecografia dell’ospedale torinese.