Si intitola “Screening delle mie Brame” il nuovo numero della rivista dell’ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma e, come al solito, offre spunti e informazioni davvero importante per i genitori.
In questo articolo, parliamo di screening del neonato: cosa sono e quando farli.
Gli screening neonatali sono dei controlli che si effettuano precocemente per diagnosticare alcune malattie e poter agire su esse in maniera tempestiva limitando i danni.
Screening neonatale esteso delle malattie metaboliche
Lo screening neonatale esteso (SNE), a dispetto del nome, è uno screening molto semplice da effettuare. Si fa tra i 3 e i 5 giorni di vita del neonato prelevando una goccia di sangue dal suo tallone. È stato reso obbligatorio dalla legge 167/2016.
In questo modo le prospettive di vita dei bambini migliorano e si riduce il rischio di disabilità e handicap.
Se lo SNE sarà negativo allora non occorre fare nient’altro, altrimenti il neonato verrà sottoposto ad altri esami e accertamenti. Se la diagnosi viene confermata si procede subito a cure e trattamenti in base alla problematica riscontrata. La terapia si basa, di norma, su modifiche della dieta e sull’utilizzo di vitamine e farmaci.
Sarà poi il medico a spiegare con cura ai genitori il percorso che dovranno seguire.
Screening clinico universale
Lo screening clinico universale riguarda la displasia dell’anca.
Lo effettua il neonatologo del Punto Nascita, prima che il piccolo venga dimesso. Alla prima visita dal pediatra di famiglia ne viene effettuato un altro.
Se il test clinico, in uno dei due casi, è positivo allora si procede immediatamente con un esame ecografico, altrimenti, l’esame eco si effettua tra le 4 e le 8 settimane.
In seguito si faranno controlli periodici finché il piccolo non inizierà a a camminare.
Screening oculistico
Altro screening effettuato alla nascita che viene effettuato dal Neonatologo, attraverso il test del riflesso rosso in campo pupillare. Come gli altri screening serve per individuare, ed eventualmente agire, su malattie gravi che possono mettere a rischio lo sviluppo visivo o, peggio, la sopravvivenza del bambino.