Una detenuta del carcere di Rebibbia ha gettato dalle scale i sue due figli, ospitati nella sezione nido: uno è morto e il secondo è in condizioni critiche all’Ospedale Bambin Gesù di Roma.
Detenuta tenta di uccidere i figli in carcere
Una detenuta tedesca nel carcere di Rebibbia, a Roma, ha gettato dalle scale i suoi due figli, rispettivamente di 4 mesi e 2 anni.
La donna, in carcere da circa 1 mese per reati legati allo spaccio di droga, avrebbe prelevato i piccoli nel nido della prigione, dove vivevano, mentre le altre detenute andavano alla mensa per pranzo. In uno scatto d’ira e per motivi non ancora chiariti la donna avrebbe quindi lanciato i bambini giù da una rampa di scale con l’intenzione di ucciderli.
Il più piccolo è morto a causa proprio del trauma derivante dalla caduta, mentre il maggiore, di 2 anni, è attualmente ricoverato all’Ospedale Bambin Gesù di Roma in condizioni estremamente critiche.
Lo svolgimento delle indagini
Attualmente sono in corso le indagini per capire come e perchè la donna abbia agito in questo modo e per verificare eventuali responsabilità del direttore e di chi gestisce la struttura carceraria.
Oltre alla polizia penitenziaria, ai carabinieri e al magistrato che si occupa di reati sui minori, sul luogo della tragedia si è presentato anche il Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede.
Quest’ultimo ha immediatamente avviato un’inchiesta interna e ha incontrato il direttore del carcere. Attualmente sono in corso tutti gli accertamenti volti a chiarire la dinamica del fatto.
Bambini in carcere
La vicenda ha riacceso le polemiche sulle cosiddette sezioni nido all’interno delle carceri.
Secondo la legge infatti i bambini fino ai 6 anni possono risiedere insieme alle madri all’interno dei penitenziari, vivendo di fatto come dei piccoli carcerati. La pratica ha lo scopo di non separare i figli più piccoli dalla madre quando quest’ultima viene arrestata e condannata.
Andrebbero valutati però i pro e i contro di far crescere piccoli e piccolissimi fra le mura di una prigione, pur di tenerli vicino al genitore.