Tra le cose che più mi infastidiscono, da quando sono mamma, è il fatto che chiunque si senta legittimato a dirmi come fare questo o come fare quello, con le mie figlie.
Perché quando diventi una mamma, capita anche ai papà ma più di rado, sembra che la tua capacità di discernere abbia una caduta improvvisa, agli occhi degli altri. Improvvisamente, pare che tu non sia più capace di fare nulla. Ergo, tutti si sentono in diritto di darti indicazioni.
Che si tratti di mamme, zie, nonne, emerite sconosciute, giovani o vecchie, il coro di consigli su come fare le cose diversamente con tuo figlio, è sempre molto ampio. Non importa che tu stia già facendo le cose al meglio, o che non abbia affatto bisogno di aiuto. C’è sempre qualcuno, dietro l’angolo, a dirti che lo stai facendo male e potresti farlo meglio, seguendo il parere appena sfornato.
Non è necessario neanche essere un genitore per darti un consiglio da madre.
Anzi, in alcuni casi, il non esserlo, o addirittura il non volerlo essere, da una spinta maggiore al consiglio.
È proprio la non esperienza in quel campo, a rendere più autorevole, secondo loro, il suggerimento non richiesto.
Con noi, le regole basiche della ragionevolezza, e anche della sensibilità, si stravolgono.
È come se qualcuno che frequenti ancora le scuole superiori, irrompesse in sala operatoria, per consigliare all’equipe medica di operare il paziente in modo diverso, perché così come si sta facendo, non funziona.
Come se, un turista appena sceso dall’aereo, e che non abbia la minima idea delle vie della città, indicasse al tassista che strada fare, per evitare code o ingorghi, senza essere neanche il suo cliente. C’è del bizzarro, quanto meno.
Con noi mamme, che tra l‘altro già viviamo di tanti interrogativi, chiunque ci incontri, si mette di buona lena per coltivare il seme dell’insicurezza.
Io, che di figlie ne ho due, con il tempo e la seconda gravidanza, sono riuscita a conquistare un maggiore distaccato, circa alcuni commenti.
Soprattutto, ho capito che non c’è sempre cattiva fede nel parere non richiesto. In alcuni casi, anzi, c’è proprio la volontà di essere di aiuto.
Nonostante ciò, ho realizzato anche un’altra cosa: dare continui consigli alle mamme, non fa bene alla loro autostima, perché vuol dire che, all’esterno, quella mamma lì, sembra bisognosa di qualcosa. Sembra che non ce la faccia o che faccia male.
Quindi, per favore, ad ognuno il proprio mestiere (con il figlio proprio) salvo non parta un esplicito sos. Ma di quelli vocali, per essere certi che l’aiuto sia davvero richiesto!