Da un lato la gioia di diventare mamme, dall’altro la paura e le incertezze di un nuovo mondo che si sta per scoprire: la gravidanza è senza dubbio uno dei momenti più magici e allo stesso tempo più delicati nella vita di una donna.
La Regione Veneto ha lanciato il progetto “Gravidanza a basso rischio” per stare vicino alle future mamme alle prese con visite mediche ed esami, ma soprattutto con la necessità di gestire i cambiamenti del proprio corpo. Le strutture che hanno aderito a questo progetto pilota sono le Ulss 1 di Belluno, 3 di Bassano e 9 di Treviso, l’obbiettivo è di accompagnare le donne nelle varie fasi della gestazione. Il successo del progetto, che in un solo mese di attività ha registrato già cento gestanti prese in carico, apre però all’idea di stabilizzare l’iniziativa nel tempo, diffonderla anche ad altri distretti sanitari del territorio e inserirla organicamente nel sistema della sanità veneta.
Che cos’è il progetto “Gravidanza a basso rischio”?
Si tratta di aiutare le donne a monitorare il loro stato di salute durante la gestazione, consigliandole nelle visite mediche e negli esami cui sottoporsi, con l’obiettivo di creare dei percorsi che siano uniformi per tutte le gestanti ed evitino di fare esami inutili: per garantire questo, si punta a creare un sistema di informazioni diffuse attraverso la rete, facilmente accessibili e condivise fra le strutture aderenti al progetto. Fondamentale, ovviamente, il contatto diretto con gli specialisti, a cominciare dall’esperto ginecologo cui è affidato il compito di classificare le gravidanze a seconda del livello di rischio. Così, le gravidanze a basso rischio seguiranno un protocollo standard, mentre per quelle che presentano maggiori problematiche verranno elaborati percorsi personalizzati.
La valutazione ultima sul progetto è affidata proprio alle future mamme: saranno loro a esprimere, attraverso la compilazione di un apposito questionario, un giudizio sulla qualità del servizio.