Lasciate ogni speranza voi ch’entrate…
Morite dalla voglia. E come darvi torto? Un neonato è un piccolo miracolo, un sussulto di pelle rosa. Magari è ancora totalmente deforme, ma i cuccioli ci deformano il cuore, e così, deformi un po’tutti, altro non viviamo che sublime meraviglia.
La madre? Ma sta benone! Tradotto: e chi se ne frega.
Perché, quando nasce un bambino, difficilmente pensiamo che, forse, romperemo le scatole.
Perfino io, grande sostenitrice del puerperio, del rispetto-ad-ogni-costo, della sacralità di nascita, cucciolo e neomamma, ammetto che sabato, recandomi da mio fratello, ho sperato che Arianna piangesse, di prenderla in braccio e sollazzarmela, portarla a spasso neanche io fossi chissà chi per lei (una zia? E chi-se-ne-frega). E perfino io, dinanzi alle presunte stanchezze della madre, ho pensato e va be’, dai, ho il diritto di vederla. Sono la zia. (Una zia? E chi-se-ne-frega).
Poi ci ho ripensato. E così, a promemoria mio e di chiunque voglia usare un minimo di bon-ton (di quelli veri, non finto-chic), stilo la mia personale guida alla visita in casa di una neomamma:
- Telefona. Non arrivare a sorpresa. Di norma a sorpresa arriva già il parto, ché mica lo si può pianificare alla perfezione (cesarei programmati a parte). Anche i sonnellini arrivano a sorpresa e, indovina?, van presi al volo. La sola sorpresa che puoi fare, sicuramente gradita, è di non soffocare pretendendo di vedere il piccolo.
- Offri il tuo aiuto. Va bene, ti han detto va bene. Ma sì, non vedono l’ora di mostrarci il piccolo! pensi. Be’, questo è quello che credi tu. Mantieni almeno il beneficio del dubbio e ricorda che, volente o nolente, sei comunque un piccolo-grande incomodo. Come minimo offri un aiuto (una spesa, pisciare il cane, uscire il fratellino più grande, pulire casa).
- Fai uno squillo. Evita il citofono. Vedi che magari il pargolo ti si è appena accasciato sulla Mammatetta, e lei con lui. Potresti renderti detestabile per giorni: usa il buonsenso.
- Saluta. Sembra una cagata, ma quando entri, probabilmente, salterai addosso a chi hai davanti: dov’è, dov’è??? Magari, tra te e una culla, ci sono degli esseri umani. Magari, guarda caso, anche la madre. Ti svelo un segreto: la madre esiste. Sì, anche se non ha più quel pancione tanto interessante.
- Il neonato dorme. Sei venuto apposta e adesso dorme? Che devo dirti: che sfiga. D’altronde i primi giorni dormono diciotto-venti ore. Nelle altre poppano, sovente fanno le due cose insieme. Vedi tu. Sei voluto venire subito a vederlo? Be’… “subito” dorme.
- Il neonato non è un animale da circo. Non è che siccome è appena nato e non capisce niente allora puoi prenderlo, girarlo, sollevarlo, riaddormentarlo, risvegliarlo. Ma tu ci tieni tanto? Ebbene: lui… no. Al piccolo, per ora, delle tue moine non può fregar di meno.
- Un neonato è di sua madre. Se dorme, non lo potrai tenere in braccio. Se piange, vorrà sua madre. E non potrai tenerlo in braccio. Se è sporco sua madre lo vorrà cambiare, oppure il papà. Se è stanco, lei lo vorrà cullare. Se ha fame lo dovrà allattare. Se… niente, lei lo vorrà tenere: le neomamme, solitamente, sono molto gelose. Come natura prevede, visto che l’istinto di protezione è insito in quel fiume di istinto materno che sgorga col latte e coi primi gemiti. A meno che sia sveglio e la madre richieda espressamente una tregua, affidandotelo, fai conto di andare a una mostra: guardare e non toccare.
In poche parole: non per essere disfattisti, ma semplicemente realistici… lasciate ogni speranza voi ch’entrate, ci saranno altre occasioni. Credetemi: è a fin di bene.
Super verità … ma faglielo capire a chi ti circonda …
La prossima volta lo apprendo sulla porta (sia della camera dell’ospedale che di casa)
Mi piace l’ultimo “guardare e non toccare”
Federica Haas
Monica Besomi
Esattamente cosi…
Bellissimo articolo con un taglio ironico!
Yes!!!!!
Davvero un vademecum da far leggere a tutti!
Semplicemente una Grande!