Molto spesso quando si tiene in braccio un neonato, ci si stanca e si finisce per sedersi. È proprio lì però che la situazione si complica. I bambini appena nati infatti non hanno un buon rapporto con la posizione che si assume stando su delle sedie.
Vi siete mai chiesti perché il neonato piange non appena ci si siede? Non importa quanto stia dormendo, basterà sedersi un attimo ed ecco iniziare di nuovo il pianto.
In realtà, c’è una motivazione in questo tipo di comportamento. La ragione è di natura scientifica. Secondo una ricerca condotta da esperti del settore, sembrerebbe che il pianto del neonato (in questo caso) sia esattamente connesso alla posizione in cui si trova il proprio genitore.
La motivazione è da ricercarsi nell’evoluzione umana e nella posizione stessa che l’istinto del bambino sente di dover ancora assumere, in qualità di essere che appartiene al regno dei mammiferi.
Il pianto dei bambini legato alla posizione della mamma
Nel 2013 un gruppo di studiosi provenienti da varie nazioni del mondo, ha pubblicato sulla rivista Current Biology un interessante studio in merito alla relazione tra la posizione in cui si trova il genitore e il pianto del neonato.
A seconda del modo in cui piangere, il neonato esprime la necessità di mangiare, il dolore o tutti gli altri sentimenti che lo caratterizzano.
Sta chiedendo coccole? Vuole attirare la vostra attenzione? Il pianto sarà sempre diverso e bisogna imparare a leggero in profondità. Quando però questo pianto è connesso alla posizione in cui si trova il genitore, allora la spiegazione è molto più profonda e connessa alla natura psicofisica ed ancestrale stessa dell’essere umano.
Infatti, questi studiosi hanno dimostrato come nel momento in cui il genitore si siede, nella frequenza cardiaca c’è qualcosa che cambia e che il neonato subito percepisce.
Il senso di protezione del neonato
Secondo gli studi condotti da questi ricercatori, stare in braccio per il neonato significa sentirsi protetti dal proprio genitore. È una sorta di scudo che si ha nei confronti di eventuali problemi oppure rischi. Invece, quando i genitori sono in movimento, il bimbo tende ad essere più sicuro in quanto la frequenza cardiaca rallenta e ha meno possibilità di spostarsi.
Molto spesso, quando il pianto è legato all’attività del sedersi, non dipende da quanto il genitore sappia fare i giusti movimenti. Tutto piuttosto dipende da una motivazione effettiva connessa alla cultura antica che era già tipica dell’uomo alle sue origini. Insomma, c’è poco da fare.
Cercare però di capire sempre qual è l’origine del pianto dei bambini è importante perché questo, è l’unico modo che i neonati hanno di comunicare con i propri genitori. Ogni tipologia di pianto ha una specifica richiesta e vuole una risposta diretta. Quando il neonato sembra lasciarsi andare in un pianto disperato, vuol dire spesso che ha bisogno di un senso forte di protezione. Stringerlo a sé significa anche riuscire a calmarlo da eventuali fonti di stress che lo avrebbero reso più nervoso e meno affabile.
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daniela d orazio