Sei incinta di nuovo.
Cerchi il momento migliore per dirlo a tuo figlio, spieghi con le parole che il tuo amore ti suggerisce: sono quasi sempre le migliori. Per mesi sembra quasi un gioco, ti hanno detto di coinvolgerlo, l’avresti fatto comunque. Lo porti con te a vedere la sorellina in quel monitor in bianco e nero, lo raccontate al mondo.
I miei figli, quando aspettavo Isabelle, si ficcavano un cuscino sotto la maglia: giravano così, per casa, erano incinti chi di una bambina, chi di due gemelli. Sceglievano nomi, fingevano il parto.
Per un po’ è facile, sorridi di quell’ingenuità con cui vivono questa nuova storia: nulla è cambiato negli oggetti, nelle ammucchiate sul lettone. Nei sonnellini in cui ti incolli a lui, magari perfino nel seno che ancora vi unisce.
Solo che a un certo punto hai paura.
Siete così unici, siete voi, il vostro mondo è questo. Pensi che tuo figlio soffrirà, sai che ti dovrai dividere. Ti hanno detto che l’amore non si divide mai, si moltiplica: non è vero. Tu sai che non è vero, qualcosa andrà perduto. Così ti rassicuri: “Lo proteggerò”, “lo coinvolgerò”, “cercherò di fare in modo che nulla cambi tra noi.” Sono intenzioni ferree, tenaci: eppure quando il nuovo bimbo nasce è come gettare una bomba felice sulla famiglia.
Ho questa immagine di Sarah, sul divano. Aveva tre anni, quando è nata Isabelle: eravamo quasi simbiotiche, prima di allora. Eravamo un pianeta che bastava a sé stesso. Ho pianto giorni e notti pensando a come avrei fatto posto a Isabelle. Ho pianto giorni e notti immaginando il dolore di Sarah. E se non mi avesse cercata? E se anche lei fosse stata assorbita dalla magia della neonata? Poi quel pomeriggio esco dal bagno, Sarah mi chiama, mi implora, e io mi sento lontana. La guardo, ho gli occhi vuoti e mi dico: “Ma come, avevi paura di perderla. Adesso è lei a cercarti, e tu non ne hai voglia?”
Mi sono sentita strappata dentro. Cos’era successo?
Succede la vita, mamme. La vita e l’imprevedibilità. Succede che le cose si devono rompere come una frattura scomposta, e poi saldare di nuovo. Succede che anche se avevi ottime intenzioni ti senti di colpo sbaragliata, sei tu che scappi, oppure è il figlio, che ti rifiuta, che esprime così la sua gelosia. Avevi anche giurato che non ti saresti offesa, e invece ti sembra un cazzotto.
Succede che mancherai per forza un po’, hai bisogno di solitudine con la neo arrivata e ti sentirai stronza, traditrice non solo per il tempo che togli all’altro, ma per questo tuo bisogno: ma è Madre Natura, che ti porta ad essere inverosimilmente legata alla neonata. Madre Natura sa che la piccola per vivere ha bisogno di te, mentre l’altro può sopravvivere, basta suo padre.
Sarai tirata dall’istinto e dalle emozioni, a volte inconciliabili. Farai scelte. Ti costeranno. Ti chiederai dov’è finito quell’amore assoluto per il primo. Sarai una donna tra il marito e l’amante. Questo va detto. Sembra uno scandalo: ma va detto. Perché le madri sappiano. Che anche per loro è dura.
Ma non vergognarti, è inevitabile e forse anche giusto. Ci sono scosse d’assestamento. Magari subito, magari più avanti. Le sente il primogenito, le avverti tu.
Però una madre è come il cielo intorno alla terra. Avvolge tutto.
Resta con quello che senti, non giudicarti, datti tempo. I bambini ti sorprenderanno. Ti sorprenderai di te stessa.
Tu metti solo in conto che potrebbe volerci un po’. Al resto ci pensa l’amore.