Comunemente viene chiamato prematuro o pretermine il parto che avviene prima della 37° settimana di gestazione.
Parto prematuro: come affrontare la terapia intensiva
Sia che venga indotto, sia che avvenga naturalmente, questo genere di parto comporta rischi maggiori rispetto ad uno di durata normale e per questo può capitare che bambini nati prematuri, e magari anche troppo leggeri, debbano essere portati d’urgenza in terapia intensiva.
I neonati prematuri sono spesso particolarmente fragili e il reparto di terapia intensiva neonatale, per quanto possa essere shockante da vedere per un adulto, è il luogo più sicuro per loro: lì i piccoli potranno contare su culle termiche chiuse e sterili, in cui gli verranno garantite la giusta temperatura e umidità, su modello dell’utero materno e dentro alle quali potranno continuare a crescere e svilupparsi in sicurezza. Il reparto inoltre rappresenterà per loro un ambiente pulito che li terrà al sicuro da germi e batteri.
A volte capita che la pelle del bambino non sia ancora in grado di trattenere adeguatamente il calore e in questo caso il piccolo verrà avvolto nel cellophane e posto sotto una luce riscaldante, ma questo non deve spaventarci. Il cellophane aiuterà infatti a prevenire infezioni evitando che la sua epidermide entri a contatto con potenziali fonti di batteri.
Parto prematuro: il reparto di terapia intensiva
Altra cosa che potrebbe colpirci del reparto è sicuramente il numero di piccolissimi pazienti che vi troveremo, alcuni intubati o collegati a complessi macchinari, noteremo poi un gran via vai di personale intento a monitorare i piccoli. Paradossalmente il reparto di terapia intensiva neonatale è di norma uno dei più trafficati dell’ospedale se si contano personale e genitori, ma è anche uno dei più silenziosi: la calma quasi innaturale che vi regna serve anch’essa alla protezione dei neonati, perché rumori forti potrebbero spaventarli, svegliarli, o nel caso dei più fragili addirittura danneggiarne l’udito.
L’estrema delicatezza di questi bambini rende poi necessarie ulteriori misure di sicurezza, come l’obbligo per chi entra in reparto di indossare camici e in alcuni casi mascherine. Ancora una volta, per il genitore, la cosa più importante dovrebbe essere mantenere la calma: la situazione potrebbe infatti generare forte stress e certamente racchiude una forte carica emotiva, ma il parto prematuro è un fenomeno molto più comune di quel che pensiamo e la maggior parte dei neonati ne esce indenne e senza danni di sorta. La difficoltà più grande, spesso, è proprio l’ansia del genitore, che deve trovare il modo di gestire il temporaneo allontanamento dal bambino, così da potersi prendere cura di lui al meglio una volta terminato il periodo in terapia. Il vetro dell’incubatrice non deve però spaventare: già dai primissimi momenti, è infatti possibile adottare diversi accorgimenti che possono aiutare ad instaurare un primo legame con il piccolo.