In questi ultimi anni le morti di madri e figli o di gravi danni riportati da entrambi durante il parto hanno segnato pesantemente la cronaca del nostro Paese. Non si può comunque parlare di allarme, sebbene il trend sia preoccupante.
Richieste di risarcimento per danni da parto: un trend preoccupante
Ogni anno in Italia si registrano circa 100 casi di richieste di risarcimento per danni alla nascita per un totale di circa 600 maxi risarcimenti negli ultimi 6 anni. Lo studio è stato condotto dalla compagnia assicurativa Am Trust Europe.
Ma allora c’è di che preoccuparsi? Solo al Careggi tra il 2009 e il 2016 sono stati spesi 31 milioni e mezzo come indennizzo a 554 pazienti danneggiati per il solo reparto di maternità. Una cifra inquietante non solo dal punto di vista delle spese, ma soprattutto dal punto di vista della fiducia che devono riporre le donne nell’ospedale dove dovranno partorire. Casi di malasanità? Indubbiamente qualcosa non è andato come sarebbe dovuto andare. Dal punto di vista meramente pratico però cosa accade?
Vittime di malasanità: come chiedere il risarcimento dei danni da parto
Se si ritiene di essere vittime di un caso di malasanità e di aver riportato un danno da parto si deve fare richiesta di risarcimento. Come si può immaginare non si tratta di un percorso facile, soprattutto dal punto di vista psicologico. Prima di tutto bisogna valutare di che entità sono i danni, quindi se temporanei o permanenti, sia che riguardino la madre, sia che riguardino il figlio e di conseguenza farli stimare con una perizia. Va certamente, in caso di decesso, appurate l’errore medico e il legame con la morte di madre, figlio, o entrambi.
Risarcimento danni da parto in Italia: le cifre
Purtroppo parlare di cifre in questi casi è un discorso quanto mai complesso e triste. Tuttavia non si possono ignorare i numeri e le casistiche, soprattutto se si vuole riflettere su quanto accade per trarne spunto di miglioramento. Il reparto maternità del Careggi, in 6 anni, è costato alla regione 6 milioni di euro di danni, i reparti di ginecologia e ostetricia, invece, tra il 2010 e il 2014 hanno fatto spendere alla Toscana ben 166 mila euro. E certo la Toscana non ha la maglia nera per la sanità nel nostro Paese.