Si chiama Sergio, abita all’Aquila ed è un ex-marito che vive nel terrore di diventare anche un ex-papà. La storia di Sergio è tutt’altro che isolata, ma lui ha avuto il coraggio di condividerla tramite social, per far conoscere la difficile realtà dei padri separati e per chiedere aiuto.
Un genitore a tempo determinato
Nello sfogo via Facebook di Sergio si percepiscono rabbia, dolore e paura. Lui, padre di una bimba di 3 anni, si è separato dalla moglie e da quel momento si è visto crollare il mondo addosso.
Pur avendo ottenuto l’affidamento condiviso, è l’ex-moglie il genitore collocatario, quindi la bambina cresce con la madre e in base alle scelte di quest’ultima, vedendo il suo papà poche volte e per poco tempo. Le conseguenze di questa situazione si possono intuire ma non prevedere puntualmente, né per la bimba né per Sergio, il quale assiste impotente allo sgretolarsi del suo rapporto genitoriale con la piccola.
Da qui è nata l’esigenza di dar risalto alla sua situazione, che è anche quella di molti altri padri separati. Solo di recente il nostro Paese sembra aver acquisito una certa sensibilità nei confronti di queste situazioni; l’esempio dato dalla Caritas Diocesana dell’Aquila, che ha aperto una struttura d’accoglienza per padri separati (“Casa Filoxenia”), ha dato inizio a una serie di iniziative simili disseminate nel nostro territorio.
Bigenitorialità: un diritto poco tutelato
Nel 1989, a New York, è stata sottoscritta la “Convenzione sui diritti dell’Infanzia” che, tra le altre cose, sottolinea l’importanza fondamentale di garantire e tutelare il diritto alla bigenitorialità. L’Italia ha ratificato questa convenzione con la Legge 176/1991 ma la strada per riconoscere appieno il diritto alla bigenitorialità sembra ancora lunga e perigliosa.
I dati parlano chiaro: se in Paesi come Svezia e Belgio più del 40% dei figli di genitori separati trascorre la stessa quantità di tempo dal padre e dalla madre, in Italia una simile situazione è vissuta solo dal 2% dei minori.
I figli di coppie separate che trascorrono almeno un terzo del tempo con il genitore non collocatario sono il 50% in Belgio e il 5% in Italia, con buona pace della bigenitorialità e della tutela dell’infanzia.
La conseguenza di questa situazione è che più del 30% dei bambini di coppie divorziate perde definitivamente il contatto con il genitore che frequenta meno.