In Iran un neonato di appena 23 giorni è stato colpito da otite acuta esterna (Acute Otitis Externa): si tratta del primo caso in cui questa patologia colpisce un neonato che presenta un sistema immunitario integro, ovvero regolarmente funzionante.
Otite acuta esterna: di cosa si tratta?
L’otite acuta esterna consiste in una infiammazione del condotto uditivo esterno, la quale determina un intenso dolore e un rigonfiamento del canale dell’orecchio esterno. Si tratta di una patologia di origine batterica (Pseudomonas aeruginosa e Staphylococcus spp) che colpisce sia gli adulti che i bambini oltre i 2 anni di età.
Questa infiammazione, solitamente, si verifica in caso di eccessiva esposizione all’umidità: si pensi, ad esempio, a un lungo periodo di tempo trascorso nell’acqua di mare o della piscina. In questo caso la pelle che riveste il canale dell’orecchio esterno si irrita e si spacca, consentendo l’accesso ai microrganismi nocivi. Ne consegue che questa malattia del condotto uditivo sia molto più frequente nelle località con clima temperato o, comunque, durante la stagione estiva.
Otite acuta esterna: il caso del neonato di Teheran
Un team di ricercatori del Dipartimento Pediatrico dell’Università di Teheran ha recentemente segnalato il caso di un neonato sano affetto da otite acuta esterna. Da uno specifico esame colturale, finalizzato a isolare e identificare i batteri responsabili dell’infezione ed effettuato sul liquido che fuoriusciva dall’orecchio del piccolo, è emerso che si erano sviluppate colonie del batterio Staphylococcus aureus.
Al fine di curare l’infezione in atto i medici hanno sottoposto il piccolo a una terapia antibiotica ad hoc (a base di cloxacillina somministrata per via endovenosa) della durata di 5 giorni. Una volta scomparsa l’otite, il neonato è stato dimesso dalla struttura sanitaria in cui era ricoverato; a distanza di due settimane, durante la visita di controllo, non sono state riscontrate recidive.