Il terribile sisma che ha sconvolto l’Italia centrale il 24 agosto 2016 ha lasciato orfani di entrambi i genitori molti bambini anche in tenera età. Alcuni di essi sono stati affidati ai parenti più prossimi, altri ad amici e nel frattempo lo psichiatra spiega perché non è auspicabile l’affidamento o l’adozione a estranei.
Stretti a mamma e a papà
Intere famiglie sono state distrutte, legami fortissimi spezzati per sempre, quegli stessi legami che li avevano protetti e salvati dalla furia della terra che tremava, il risveglio da un incubo cui fa seguito un’altra tragedia: quella di essere soli. E’ così che ci si sente quando mamma e papà non ci sono più, e ogni altro abbraccio non sarà mai più lo stesso. Chi potrà restituire loro una famiglia? A chi saranno affidati i piccoli orfani del terremoto?
Affidamento solo ai familiari
Secondo una recente intervista pubblicata su Intelligonews, lo psichiatra Paolo Crepet ha cercato di far luce su alcune delle problematiche che coinvolgono i bambini sopravvissuti al sisma, spiegando che la loro situazione psicologica è condizionata da moltissime variabili, prima fra queste l’età. Come riferisce il Dott. Crepet, il lavoro psicologico più difficile sarà quello sui bambini più grandi che già sono in grado di capire ed elaborare meglio i fatti. Un fattore decisivo al recupero di una certa stabilità non solo affettiva è di circondare il bambino di figure a lui familiari perché “E’ importante se ci sono nonni, zii o parenti prossimi, che il bimbo venga affidato a loro e non magari dato in adozione o affidato ad estranei“. Obbligare il bambino a trasferirsi in un altro luogo e in un contesto familiare a lui sconosciuto, rischierebbe di traumatizzarlo ulteriormente: ecco perché è fondamentale che sia circondato esclusivamente dai suoi familiari. Solo con il supporto e l’affetto di persone care, il piccolo potrà essere realmente aiutato a ritrovare le sicurezze perdute.