Per definizione, i nonni sono l’antitesi della tecnologia. Non importa se abbiano quarant’anni, sono pur sempre nonni. E poi, chi è nonno a quarant’anni, a parte Gigi D’Alessio?
I nonni, almeno quelli della generazione dei miei di nonni, li riconoscevi dall’abbigliamento, dal modo di portare i capelli ed i cappelli, dal linguaggio, dalla loro resistenza a qualsiasi cosa non fosse della loro annata.
Oggi, per fortuna o sfortuna, fate voi, i nonni hanno molta più attitudine con tutto quello che è contemporaneo. Perciò, per capire se uno di sessant’anni abbia dei nipoti o meno, non ti rimane che il test tecnologico. Se non usi Skype, Whatsapp, o non hai un cellulare di ultima generazione, probabilmente non hai nipoti, perché quando diventi nonno, qualunque sia la tua età, hai sempre l’ultimo iphone a portata di nipote!
Già quando partorisci, e sei sconvolta in un letto di ospedale, nell’ ultimo momento della tua vita in cui vorresti essere immortalata, ti rendi conto di che tipo di paparazzi avrai accanto nei prossimi anni: una schiera di nonni con telefono in mano, a pronunciare il suo nome come fossimo sul redcarpet ed il neonato sapesse già di doversi girare. Non sia mai sfuggisse il primo vagino dai loro video di repertorio! Che poi ci sia una tua tetta, accanto al loro nipote, e che questa possa fare il giro del parentado, tramite condivisione su what’s app, non è oggetto di discussione.
L’attitudine alla tecnologia, che hanno sviluppato durante i mesi della tua gravidanza (tanto ingrassavi tu, quanto loro diventavano piccoli hacker) non è stata accompagnata, però, dall’educazione all’uso del mezzo.
Il cellulare, ormai diventato esclusivamente macchina fotografica, è usato senza scrupoli. In qualunque momento, e sempre a pochi millimetri dalla faccia di tuo figlio, e a un centimetro dal tuo pigiama.
Io sono piuttosto avversa a questo tipo di comportamento, che poi diventa l’unico modo per avere un rapporto con i nipoti. L’intermediario, tra il visino del nonno e quello del nipote, è lo smartphone. C’è una sorta di vita posticipata: non mi vivo il momento adesso, ma dopo.
Vi spiego perché sono contraria, è per due motivi: ogni giorno esce una ricerca sul pericolo delle onde che emettono i nostri cellulari sulla salute; il rapporto con un bimbo così piccolo non deve passare attraverso una telecamera continua, anzi, deve essere fatto di grandi chiacchierate sui massimi sistemi (non importa se nessuno di noi lo capisca, l’importante è parlare di qualsiasi cosa), di carezze, abbracci, giochi sul tappeto.
Certo, ci sono i nonni che non possono vedere sempre i nipoti, e lì è un’altra storia. Io, ad esempio, ho i genitori che vivono molto lontano. Per loro, trovo giusto immortalare immagini di mia figlia, fare video, usare Skype. Sono momenti eccezionali, ma non un reality sulla vita di tua nipote 24oresu24.
E’ una questione molto delicata, e veramente soggettiva. Del resto, ci sono anche genitori che vivono con un telefono in mano. Io preferisco l’Ora, rispetto al Dopo e, soprattutto, voglio che mia figlia veda il mio viso, i miei occhi (e quelli dei suoi nonni) rispetto all’obiettivo di un cellulare.
Voi che ne pensate?
…sono cambiati i “nonni”,come sono cambiate le “mamme”!
Appena nato Tommaso, non sapevo nemmeno come attaccarlo eccoli tutti lì a fotografare. Poi quando serviva un aiuto…tutti evaporati.Grazie!
Alessandra e Simona succede anche a voi?
Tristezza leggerlo… Viverlo è ancora peggio….. Soprattutto se a farlo sono proprio gli “altri” nonni……
E vero che noia . . A me sta cosa mi urta proprio
Mariella Nicolosi Antonino Rapisarda