19 Aprile 2024 –
Un neonato di soli 30 giorni, Kosmos Lyutyi, è stato stroncato da denutrizione e polmonite in Russia. La sua tragica scomparsa ha portato alla condanna del padre, Maxim Lyutyi, un influencer vegano che professava il crudismo, a 8 anni di reclusione in un carcere.
La vicenda ha sollevato un’ondata di indignazione e acceso i riflettori sui pericoli delle diete estreme e delle convinzioni pseudoscientifiche legate all’alimentazione. Secondo la ricostruzione degli eventi, Lyutyi non solo non forniva cibo al figlio, ma lo esponeva anche ai raggi solari come metodo di nutrimento sperimentale, con il macabro intento di “commercializzare” questa pratica ad altri genitori.
La breve vita di Kosmos
La breve e tragica esistenza di Kosmos Lyutyi si è conclusa in maniera drammatica a soli 30 giorni dalla sua nascita. Secondo le ricostruzioni ufficiali, il piccolo è stato sottoposto a una “dieta” basata esclusivamente sull’esposizione ai raggi solari, una pratica folle sostenuta dal padre, Maxim Lyutyi, che la definiva un “esperimento di nutrizione alternativa”.
Oltre a questa aberrante pratica, Kosmos è stato sottoposto a regolari bagni in acqua ghiacciata, una scelta che, secondo l’accusa, ha contribuito allo sviluppo di una polmonite che ha aggravato il suo già precario stato di salute.
Al momento del ricovero ospedaliero, le condizioni di Kosmos erano disperate: pesava solo 1,3 kg e soffriva di una grave denutrizione. Nonostante gli sforzi eroici del personale medico, il suo fisico era troppo compromesso per essere salvato.
La difesa di Lyutyi ha tentato di derubricare l’accaduto come un tragico incidente, negando qualsiasi intento doloso. Tuttavia, il tribunale ha smascherato la sua menzogna, evidenziando l’intenzionalità delle sue azioni e condannandolo per “gravi lesioni personali” inflitte al figlio indifeso.
Dinamiche familiari sotto l’ombra dell’abuso
La tragedia di Kosmos non solo evidenzia le pericolose pratiche del padre, ma illumina anche la situazione di disagio e controllo subita da Oxana Mironova, madre del bambino e moglie di Maxim, condannata a due anni per non essere riuscita a intervenire.
Il processo ha rivelato che Oxana ha cercato di nutrire il figlio con metodi tradizionali ma è stata costantemente ostacolata dall’autoritaria presenza del marito. La difesa di Maxim al processo ha tentato di ridimensionare la gravità degli eventi, sostenendo una negligenza non intenzionale e proclamando il suo amore per il figlio.
Tuttavia, testimonianze hanno rivelato un quadro familiare agghiacciante e disfunzionale. Lyutyi, nonostante la sua pubblica immagine di vegano salutista, si alimentava regolarmente di carne e altri cibi di origine animale. La suocera di Lyutyi ha descritto l’uomo come il leader di una “setta”, sottolineando che la figlia Oxana viveva in uno stato di costante terrore e quasi come una “schiava“.
Il caso di Kosmos Lyutyi funge da campanello d’allarme sulle pericolosità di diete non validate scientificamente e sottolinea l’urgenza di proteggere i più vulnerabili da abusi e manipolazioni all’interno del nucleo familiare.