22 gennaio 2025 –
Il 21 gennaio una bambina appena nata è stata portata via alla sua famiglia in pieno giorno nella tranquilla clinica Sacro Cuore di Cosenza: un semplice pomeriggio è diventato, in poche ore, l’incubo peggiore per una giovane madre e la sua famiglia. La coppia di rapitori per fortuna è stata individuata dopo alcune ore. La piccola è a casa sana e salva, grazie al pronto intervento delle forze dell’ordine.
L’inizio dell’incubo
Era il tardo pomeriggio, intorno alle 18.30, quando una donna, il volto parzialmente nascosto da una mascherina, è entrata nella stanza di degenza dove si trovava una mamma con la sua piccola di appena un giorno di vita.
Presentandosi come un’infermiera, ha affermato di dover portare la bimba a una visita di controllo. In un’atmosfera di generale fiducia, la mamma e le nonne hanno lasciato che la donna portasse via la piccola, ignare del fatto che quel gesto avrebbe segnato l’inizio di un vero incubo.
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Passata mezz’ora, non vedendo ritornare la bambina, i familiari si sono insospettiti e hanno dato l’allarme al personale della clinica e, subito dopo, alle forze dell’ordine. Nel frattempo, i sistemi di videosorveglianza avevano registrato le immagini di una coppia che, con una culla, si allontanava dal reparto. Il panico si è diffuso in pochi minuti in tutta la struttura, con medici e infermieri impegnati a cercare freneticamente la neonata.
Il ritrovamento dopo tre ore di angoscia
Tre ore interminabili, segnate dall’ansia e da un tam-tam sui social network, dove la foto della piccola circolava per aiutare la ricerca.
Fortunatamente, l’epilogo è arrivato intorno alle 21.30: le forze dell’ordine, coordinate dal questore e dalla squadra mobile locale, hanno intercettato un’auto a Castrolibero, nei pressi dell’abitazione di una coppia. A bordo c’erano proprio la donna e l’uomo ripresi dalle telecamere, insieme alla neonata. In stato di fermo una 53enne di Castrolibero, e il marito, un uomo di origine senegalese di 43 anni, fermato con le stesse accuse.
La piccola è apparsa in buone condizioni di salute, anche se indossava un vestitino da maschietto, probabilmente portato dai rapitori per mascherare la sua vera identità. Uno dei poliziotti intervenuti ha immediatamente avvisato i genitori al telefono, rassicurandoli che la loro bambina stava bene. Subito dopo, un’ambulanza — con a bordo un medico, un’infermiera del 118 e una dipendente della stessa clinica — l’ha scortata nuovamente al Sacro Cuore, dove l’attendevano i suoi genitori e una folla di persone in ansia. All’arrivo, un lungo applauso ha accolto la piccola, mettendo fine alle ore di terrore.
I retroscena: la gravidanza simulata
Il caso ha subito sollevato numerose domande sulle motivazioni dietro a un gesto così sconvolgente. Dai primi accertamenti, la donna fermata avrebbe finto per ben nove mesi una gravidanza, arrivando persino a comunicare su Facebook, qualche giorno prima, di aver appena partorito un maschietto. Agli amici e ai familiari raccontava di essere ancora in ospedale per controlli post-parto, creando un inganno a dir poco inquietante.
Non era la prima volta che la coppia avrebbe tentato un rapimento: sembra, infatti, ci fossero stati tentativi simili in passato, sempre con l’intento di sottrarre un neonato a una famiglia appena uscita dal reparto Maternità.
Il dettaglio più sconcertante, emerso poche ore dopo, è stato che nell’abitazione della coppia i parenti si erano radunati per festeggiare la “nuova nascita”. La casa era decorata e sembrava tutto pronto per accogliere un bambino, come se la donna avesse effettivamente partorito. Tovaglie, addobbi e un clima di festa che stride drammaticamente con il rapimento in corso. Al momento dell’irruzione della polizia, i presenti, completamente all’oscuro di ciò che stava succedendo, non hanno potuto che assistere al fermo della coppia.
La reazione della clinica e le misure di sicurezza
Saverio Greco, proprietario e responsabile della struttura legale del gruppo che gestisce la clinica Sacro Cuore, ha offerto alcuni particolari importanti sull’accaduto. Il sistema di telecamere di sicurezza interno è stato decisivo per individuare in fretta i responsabili, fornendo immagini fondamentali agli inquirenti.
Tuttavia, l’episodio ha messo in evidenza la necessità di rafforzare le procedure di controllo all’ingresso: in un orario di visita aperto al pubblico, infatti, è più facile che estranei possano mescolarsi ai parenti dei degenti senza particolari sospetti.
La direzione della clinica ha sottolineato come, di solito, ci sia un monitoraggio costante dei corridoi e delle sale, ma l’abilità con cui la donna si è spacciata per infermiera, unitamente a un momento di distrazione generale, ha permesso il rapimento. “Quanto successo — ha riferito Greco — ci spingerà a rivedere i protocolli di sicurezza, per far sì che simili episodi non possano mai più verificarsi.”
Fonte immagini: Facebook