1 marzo 2024 –
Recentemente, il Parlamento italiano ha dato il via libera a una legge che ha sollevato parecchio dibattito. Nella legge si riconosce il valore terapeutico del motocross freestyle negli ospedali, soprattutto per propone per offrire ai bambini con disabilità e ai pazienti affetti da malattie gravi, come il cancro, un’esperienza diversa e, si spera, alleggerire le loro giornate.
Mototerapia sicuramente utile, ma anche terapeutica?
L’idea viene da Vanni Oddera, un famoso pilota di motocross che da anni visita gli ospedali per regalare sorrisi. Tanti genitori hanno ringraziato negli anni per questi momenti di felicità negli ospedali, per dimenticare anche solo per un attimo la malattia o le difficoltà.
Il valore intrinseco di un sorriso, per un malato oncologico o per una persona con disabilità non è poi poco, ma nonostante questo, molti si chiedono se questa “psicomotricità in motocicletta” sia davvero utile ai pazienti. Esattamente come fanno i clown o i supereroi in corsia, come Mattia Villardita che fa visita ai bambini malati oncologici, ma non viene chiamata terapia.
Come sottolinea la giornalista Roberta Villa non ci sono studi che dimostrano un vero beneficio terapeutico, anche se è evidente che a molti piace e rende felici. “Quante difficoltà del nostro paese derivano dalla dispersione di risorse economiche e umane verso iniziative che non dovrebbero ricevere un supporto pubblico?” sottolinea Villa.
Anche il giornalista Gianluca Nicoletti, che è padre di un ragazzo autistico, sottolinea che senza prove scientifiche, non si può parlare di terapia vera e propria e quindi è inopportuno illudere anche i familiari che queste attività possano in qualche modo “curare” i loro figli.
Terapie alternative e servizi essenziali negli ospedali, con quali fondi?
Il problema è anche di risorse: gli ospedali già faticano a coprire i servizi essenziali, e c’è chi teme che investire in queste attività possa sottrarre fondi importanti. La discussione si fa quindi accesa, tra chi vede nella mototerapia un modo per portare un po’ di leggerezza in ospedale, un ambiente spesso difficile, e chi invece chiede che le risorse siano destinate a terapie convalidate scientificamente.
La legge ora passa al Senato per l’approvazione finale, e intanto il dibattito continua: si parla molto del significato di terapia, dell’importanza del sorriso in un contesto di malattia, ma anche della necessità di non illudere le famiglie con proposte che non hanno un fondamento scientifico solido.