Buongiorno mamme, oggi voglio parlarvi di un tema decisamente scottante: le mamme pentite di aver fatto figli.
Scorrendo le notizie sul sito di Repubblica, mi imbatto in un articolo riguardante lo studio pubblicato da una sociologa israeliana,incentrato sull’argomento “mi sono pentita di essere mamma?”.
Le mamme pentite, un nuovo tipo di coming out
A quanto pare, l’essere dispiaciute di aver messo al mondo dei figli è uno sport comune di questi tempi. Mamme, e addirittura nonne, che finalmente si decidono a fare un liberatorio coming out, confessando l’inconfessabile.
C’è chi si spinge a dichiarare che “Rinuncerei ai figli senza problemi, anche se li amo molto“.
Poi è la volta delle interessanti conclusioni della dottoressa, che ci racconta come sia la società a volerci madri a tutti i costi, che ci spinge a non sentirci complete senza figli, che in molte, nonostante siano pentite, mettono al mondo altri uno o due figli, tanto ormai sono già madri, cosa cambia uno in più o in meno? Tanto è la società ad imporlo: “Se non sei madre di almeno tre figli,non sei nessuno!”
Ma non è ancora finita. A quanto pare, noi donne siamo destinate ad essere “cornute e mazziate” per così dire. Perché se non facciamo figli veniamo additate come egoiste, se facciamo figli veniamo emarginate sia che siamo mamme casalinghe, sia lavoratrici. Insomma, un disastro totale.
Mamme pentite e finalmente libere?
La goccia che ha fatto traboccare il proverbiale vaso però, per me, è stata leggere che molte di queste donne siano disposte a dire ai figli di essersi pentite di averli messi al mondo.
Questo, oltre a farmi arrabbiare, (io, per quanto i miei figli mi facciano faticare, sono una mamma soddisfatta), mi ha portata a pensare che forse il problema non è il fatto di non poter ammettere di essersi pentite, ma la mancanza di voglia di crescere e assumersi delle responsabilità.
La dottoressa dice che la donna che si era prima di diventare madre non deve sparire, e ha ragione, ma non si può neanche vivere nel passato, perché tanto quello non torna.
Perciò mi chiedo: è giusto confessare a un figlio di essersi pentite di averlo fatto nascere, rendendolo infelice? È giusto rendere infelice un altro essere umano perché non si è soddisfatti della propria vita? Oppure è meglio crescere e cercare di trarre il meglio da una situazione che non si può cambiare?
A voi la risposta.
io più che pentita, e quando guardo le mie figlie provo molto dispiacere per loro, due bambine dolcissime… ma io in loro compagnia soffoco, anche perchè caratterialmente sono proprio agli antipodi rispetto a me, che sono molto simile a un gatto, indipendente e restia ad un contatto fisico costante, mi soffoca, loro invece sono come il padre, che ha una capacità d’amare veramente totalizzante, molto più “mamma” di me… a questo aggiungiamo poi le innumerevoli difficoltà scolastiche dovute alla dislessia della grande e ad un ritardo psicomotorio della piccola, a causa dei quali soddisfazioni sono inesistenti ma le situazioni imbarazzanti e difficili abbondano… ho rinunciato a praticamente tutto ciò che era mio per loro… ma adesso tutto ciò che ho perso mi manca… avrei potuto ritagliare una dimensione più mia sotto molti aspetti, della relizzazione, delle passioni, tutto qusta sembra aver avuto un prezzo troppo alto per me. mi dispiace molto di non riuscire a provare quell’amore incondizionato di cui è capace mio marito, che penso sia l’unica persona al mondo verso il quale nutro amore profondo, immutato oggi come il primo giorno… meno male che hanno lui…