Discriminazione sul lavoro: a una futura mamma viene impedito di abilitarsi alla professione medica
Per le donne lavoratrici la maternità è sempre un periodo difficile, in ogni sua fase: prima, durante e dopo. Molto spesso capita infatti che, a causa di spietati calcoli puramente economici, il datore di lavoro faccia di tutto per mettere in angolo la futura mamma o la neomamma, ricorrendo a sotterfugi più o meno legali. Ultimamente è balzato alle cronache un episodio emblematico di questa discriminazione: a una donna in stato di gravidanza è stato impedito di abilitarsi alla professione medica. Vediamo nel dettaglio come si sono svolti i fatti.
La giovane gestante laureata in medicina, non ha potuto sostenere, come i suoi colleghi, l’esame di abilitazione finalizzato all’iscrizione all’Ordine dei Medici, in quanto, data la sua condizione, non avrebbe potuto frequentare il tirocinio in alcuni reparti ospedalieri potenzialmente pericolosi per la sua salute e per quella del feto. Questa circostanza, inevitabilmente, le ha impedito di godere di tutte le forme di tutela garantite dall’Enpam (Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza Medici) e l’ha costretta a rimandare di almeno due anni il suo ingresso professionale nel settore medico. C’è da chiedersi: per le donne incinte non sarebbe il caso di rivedere le modalità del tirocinio rendendolo, eventualmente, obbligatorio solo in parte?
Una cosa è certa: una simile discriminazione finisce col negare il fatto che diventare madre possa arricchire anche professionalmente una donna. Davvero incredibile che a tutt’oggi ancora esistano forme penalizzanti in ambito lavorativo nei confronti delle donne, malgrado continuino a distinguersi per meriti, capacità e competenze.
La campagna “Chi si cura di te”
Per questo motivo la donna ha deciso di sottoporre la propria storia all’attenzione del movimento che ha promosso la campagna “Chi si cura di te”, che tutela i diritti dei medici in formazione (neolaureati, medici abilitati, specializzandi delle scuole universitarie e di medicina generale).