Le mamme di un tempo crescevano i propri figli con l’aiuto di altre mamme e di altre donne. I figli piccoli venivano affidati a bambini più grandi, che li accudivano, li coccolavano e vigilavano su di loro. Erano fratelli o cugini o figli di persone vicine.
Erano tempi durante i quali non tutte le donne lavorano e i padri erano ben diversi da quelli di oggi. Erano padri che giocavano poco con i figli ed erano assenti nella vita familiare e domestica. I bambini venivano cresciuti da famiglie numerosissime, fatte anche dalle vicine di casa che tenevano la porta aperta, per un aiuto, per un pasto, per una crisi di pianto. Forse i bambini erano più felici, forse diventavano grandi prima.
Certamente era tutto molto diverso da oggi, difficilmente immaginabile per le mamme ed i bambini del presente.
Il compito delle madri era senz’altro tostissimo, perché non avevano spazi loro ed avevano mille figli con brevissime differenze di età. Su di loro ricadevano tutte le incombenze domestiche, più faticose rispetto ad oggi.
Però, quelle mamme non erano mai sole e potevano contare sulla reale e fattiva solidarietà di altre mamme e della comunità nella quale vivevano.
Oggi, invece, siamo tutte sole.
Chiuse nel nostro piccolo nucleo, ad occuparci solo della nostra famiglia. Non ci sono più aiuti, né noi li offriamo alle altre donne. I condomini sono fatti di porte chiuse, quasi sempre. La maggior parte delle mamme ha anche un lavoro fuori. Un lavoro che può portarle molte ore fuori casa. I papà sono cambiati, sono collaborativi, interessati alla crescita dei propri figli, sono in grado di cambiare pannolini e fare le pappe.
Sia ieri che oggi, però, la mamma rimane quella che consuma più energie. La mamma, che lavori o no, spesso, perde molti dei suoi spazi.
All’inizio con sacrificio, poi senza accorgersene, riduce le ore dedicate a se stessa: dalla cura di sé, dagli hobby, agli appuntamenti con le amiche.
La mamma dice sempre che è un BEL sacrificio, che non c’è nulla di più importante e meraviglioso di questo.
È verissimo. C’è dell’altro però. Quel non detto.
Quella stanchezza psicologica che prende il sopravvento, in alcuni momenti. Quell‘annullarsi che non fa bene a sé, né ai figli stessi.
Noi mamme dobbiamo concentrarci per non annullarci, per poter conservare qualcosa di noi.
È più facile che tutto prenda il sopravvento, che il tempo ci porti via pezzi della persona che eravamo.
È un peccato, non lo dobbiamo negare, anche se il sacrificio lo si fa per i figli. Ed il punto di partenza, per riprenderci un po’ di noi, è ammettere con onestà che abbiamo bisogno di quella ragazza che c’era prima della maternità.
Paola Ramundo
Le mamme di una volta non lavoravano, si dedicavano alla famiglia e alla crescita dei figli e questo un tempo ad alcune di queste donne bastava…i nostri spazi dobbiamo crearceli noi mamme se ne sentiamo il bisogno, ma non sono d accordo sul fatto che le mamme di oggi siano più sole…ma è una mia opinione ovviamente