Il brutto di essere una buona compagna è che sei sempre sotto pressione e sotto assiduo controllo. Accade che hai accanto una persona poco facile, molto particolare e incontrollabile e tutti apprezzano e notano i tuoi sforzi e la tua buona volontà e soprattutto il tuo amore nel portare avanti questa convivenza sentimentale. Poi basta una svista, un fraintendimento, un’impercettibile debolezza per far crollare tutto.
Lo stesso avviene con la maternità. Ce la metti tutta per essere una buona madre, e quando vorresti sbottare con i tuoi figli stringi i denti, respiri e ti armi di pazienza a più non posso, ma quando abbassi la resistenza anche solo per un attimo vieni guardata da enormi punti di domanda o da sguardi delusi.
Qualche giorno fa pensavo proprio a quanto di brutto ci sia nelle aspettative. Non nelle tue, ma quelle che ha la gente su di te. Pensavo che per me è molto più difficile superare una delusione personale che una delusione che ho causato. E quando sei così e ti ritrovi in un momento in cui DENTRO ti senti un po’ fuori dalle regole, ecco, proprio quel momento lì ti rovina per sempre.
Ho sempre mirato alla perfezione pur essendo consapevole che non è raggiungibile. Così come ho sempre pensato che non si può toccare una stella ma si può provare a brillare più di essa su questa terra. Ho sempre cercato di controllare gli impulsi sbagliati per non deludere, per non esser giudicata. Ho cresciuto mio figlio fino ad oggi accoppiando spontaneo amore materno e un fortissimo autocontrollo. Sono sempre stata apprezzata per quello che riesco a esprimere con mio figlio, per la quiete che dimostro nello stare con lui, per la pazienza e l’amore che ci ho messo ad ogni suo passo da 3 anni a questa parte.
Ho superato questo ultimo mese tra lavoro, stress e ancora lavoro, il tutto sempre con mio figlio a seguito. Ci sono stati momenti in cui sono riuscita a trattenere la mia stanchezza , altri in cui mantenere la regola del “Se perdo la pazienza non concludo niente” non è stato per nulla facile.
E quindi adesso mi sento gli occhi puntati addosso. Il disprezzo nei volti di chi fino a ieri mi ha stimato. Nei volti di chi non ammette cedimenti.
Ho capito che dare il meglio non è sempre una cosa positiva. Ho capito che chi accetta le proprie debolezze e non le nasconde ha meno probabilità di essere giudicata male, un giorno, rispetto ad una come me che ha cercato di migliorarsi tutta la vita ed al primo cedimento viene additata. Ho capito che se commetti anche uno stupido errore poi è come se avessi ammazzato qualcuno. Puff, di colpo un giorno sbagli ad allacciarti la scarpa e sei la madre più sbadata, incosciente ed egoista del mondo. Ho capito che per avere l’approvazione di qualcuno devi saper scavare l’Everest e per far crollare tutto basta la borraccia dell’acqua vuota.
Ho capito che noi donne ma soprattutto noi mamme, nonostante siamo da sempre considerate la categoria con più difficoltà sopra le spalle, non abbiamo il diritto di inciampare. Non è così?