03 Aprile 2024 –
Nella vita di ogni donna, diventare mamma è un evento che segna un prima e un dopo. Per Federica, 37 anni, questo passaggio ha coinciso con una delle prove più dure che si possano immaginare: affrontare un intervento per rimuovere un tumore alla tiroide durante la gravidanza.
La sua storia, terminata con la nascita del piccolo Renato all’ospedale Mauriziano di Torino, è una testimonianza di coraggio, speranza e medicina all’avanguardia.
Un’operazione delicata
Nell’ottobre dello scorso anno, al quarto mese di gravidanza, Federica scopre di dover combattere contro un carcinoma papillare della tiroide.
La diagnosi arriva come un fulmine a ciel sereno, portando con sé una paura immensa non solo per la sua salute ma anche per quella del bambino che porta in grembo. La decisione di procedere con l’operazione è immediata, ma i rischi sono alti.
Il direttore di Endocrinologia e Diabetologia dell’ospedale Mauriziano, Maurilio Deandrea, ha descritto l’intervento al Corriere come “delicato e potenzialmente rischioso“, a causa dell’estensione del tumore e della vicinanza dei linfonodi al polmone:
Il carcinoma papillare della paziente era molto aggressivo, una condizione molto rara per questo tipo di tumore. Di fronte a segni di evoluzione tanto rapidi è stato perciò necessario intervenire chirurgicamente, nonostante la paziente fosse in stato di gravidanza.
L’intervento per fortuna si conclude con successo e Federica si risveglia dall’anestesia con una notizia che porterà nel cuore per sempre: il battito del piccolo Renato, ancora nel suo grembo, è forte e regolare. Questo momento segna l’inizio di una nuova speranza.
La gioia della nascita
Il 10 marzo, cinque mesi dopo l’operazione, il piccolo Renato viene al mondo nello stesso ospedale dove la mamma aveva combattuto e vinto la sua battaglia.
La nascita di Renato non è solo un momento di immensa gioia per Federica e la sua famiglia, ma diventa simbolo di una vita che vince sulle avversità, di un futuro possibile nonostante le prove più dure. Federica non manca di esprimere la sua gratitudine verso tutto il personale dell’ospedale Mauriziano:
Ci portiamo a casa ricordi importanti, talvolta legati a situazioni difficili, ma che abbiamo sempre potuto vivere con serenità grazie alla professionalità e all’umanità di chi ci è stato accanto. Il momento più emozionante? Quando mi hanno fatto sentire il battito del cuoricino di Renato al mio risveglio dopo l’intervento di ottobre.