Conoscere il peso del bambino prima del parto non è una semplice curiosità ma una delle condizioni necessarie per valutare le condizioni generali di salute del feto e la presenza di una particolare condizione che interessa circa l’1,5% di tutte le gravidanze, la macrosomia.
Macrosomia fetale: cos’è?
La macrosomia indica una grandezza eccessiva del feto, oggi stimata sopra i 4,5 Kg, che generalmente si osserva tra la 34 ª e la 36 ª settimana di gestazione. Questa misurazione è effettuata con una’ecografia attraverso la valutazione della biometria fetale, in altre parole l’insieme dei parametri utili a definire la grandezza del bebè, come la lunghezza del femore o la circonferenza addominale. Se la diagnosi dovesse corrispondere a quella di macrosomia fetale, la gravidanza è considerata a rischio, perché potrebbero verificarsi delle complicazioni durante la nascita.
Macrosomia fetale: da cosa dipende?
I fattori che possono influenzare il peso del feto sono molteplici e tra questi ricordiamo:
- età gestazionale alla nascita: un bebè nato a 41 settimane nella maggior parte dei casi avrà un peso maggiore di un bimbo nato a 38 settimane;
- eventuali malattie materne, come il diabete;
- eventuali malfunzionamenti della placenta che potrebbero influenzare la crescita del bambino;
- etnia dei genitori;
- peso della mamma prima della gravidanza e peso acquisito nel corso dei nove mesi;
- qualità dell’alimentazione materna;
- altezza del papà e della mamma;
- numero di parti precedenti: i figli successivi al primo normalmente tendono a pesare leggermente di più rispetto a quelli precedenti.
Quali sono i rischi associati alla macrosomia fetale?
Il feto molto grande potrebbe riscontrare delle difficoltà ad attraverso il canale del parto e presentare dei problemi respiratori. Pertanto è indispensabile riconoscere quest’anomalia per valutare in tempo il modo migliore d’intervenire che, quasi sempre, si traduce in un taglio cesareo. Alcuni studi, tuttavia, hanno mostrato che la maggior parte dei casi di macrosomia si potrebbe risolvere senza ricorrere al cesareo e anche le più recenti linee guida sull’argomento invitano i medici a intraprendere questa strada solo dopo aver permesso alla futura mamma di affrontare il travaglio.
Attendiamo un nipote,grazie!