“Signora è tutto il papà!”.
Le parole dell’ostetrica mentre stavo partorendo mio figlio: ecco, nove mesi nella mia pancia e lui esce assomigliando solo al papà??? Senza nemmeno – non so – un dito uguale a quello della sua mamma?
È andata proprio così il mio primo parto. Di figli ne ho due e anche con la seconda, stesso luogo, stessa scena. Entrambi uguali al loro papà.
Non so se sia stato per consolarmi, ma successivamente mi è stato spiegato che – e qui non so se abbia fondamento scientifico – appena nati tutti i bimbi tendono ad assomigliare di più al papà. Così riconoscendo i propri tratti in quelli del nuovo arrivato entra maggiormente in relazione con lui.
A rigor di logica mi sembra abbia senso. Ciò non toglie che un “ha i tuoi occhi, mamma” mi avrebbe fatto piacere.
Papà sei il mio Supereroe
Quando è nato il nostro primo bimbo mi sembrava di tenere tra le braccia un preziosissimo oggetto di cristallo: un movimento sbagliato o poco delicato e si sarebbe frantumato in mille pezzi.
Nonostante l’amore immenso e la voglia di stringerlo forte a me, quando ero sola io avevo paura. Quando però con noi c’era il papà, avvertivo un senso di protezione e fermezza che in quel preciso momento – vuoi gli ormoni – non mi sentivo in grado di dare.
Sono sempre rimasta affascinata nel vedere i miei figli di pochi giorni tra le braccia del mio compagno: erano al sicuro.
Quando penso al mio di papà, ancora oggi sento quel senso di protezione e sicurezza, quella voce dentro di me che mi ripete: andrà tutto bene. Guardo mio padre e nonostante la sua non più giovane età vedo un supereroe, un supereroe molto saggio; quando guardo il padre dei miei figli penso che lui possa rappresentare la stessa cosa per loro.
Osservo spesso i miei figli e i loro papà, giocano, si stuzzicano, ridono. Il mio compagno ha questo modo di giocare con loro tornando bambino, che a me proprio manca.
Vi dirò anche che, con nostra figlia, lui è decisamente più bravo ad asciugarle i capelli; le fa una piega e un ciuffo così vaporoso, che nemmeno negli spot degli shampoo più famosi. Le fa la coda, le mette lo smalto e giocano con le bambole, vi giuro, io non sono così brava.
Sebbene ne fossi già consapevole a priori, ora che sono mamma posso dire quanto la complementarietà dei ruoli, insita nell’essere uno padre e l’altra madre, sia fondamentale.
Per i miei figli farò tutto, ma il cambio del pannolino…
Sono cresciuta sentendomi ripetere che mio padre non si è mai sognato di cambiare un pannolino a mia sorella o a me. Ho sempre pensato che fosse una questione di mentalità, di carattere, di attitudine. Ci saranno stati mille papà che si occupavano dei loro figli esattamente come la mamma.
Poi, incinta del nostro primo figlio, ho sentito più volte il mio compagno esordire con: “Farò di tutto, ma non cambierò mai nostro figlio quando avrà fatto la popò!”. Non è che noi mamme nasciamo con le istruzioni in tasca, il manuale delle nuove mamme, un po’ come quello di Nonna Papera.
Nonostante le affermazioni iniziali del mio compagno, vi assicuro che di pannolini sporchi di popò, ne ha cambiati parecchi. Sarà stato terrorizzato all’idea di dover pulire una cosa così male odorante, rischiando anche di sporcarsi le mani…vabbè, è inutile che ve lo stia a spiegare, avete capito.
La svolta è stata solo una: salviettine imbevute, per noi solo quelle Pampers. Semplice e lineare: apri il pannolino, tiri su le gambine per sollevare il sederino, uno strappo veloce alla salvietta; la si passa sul sederino, via il pannolino e il cattivo odore è subito sparito. Nessuna paura della popò. Non è solo un fatto di comodità, ma anche un fatto di protezione della pelle dei nostri bimbi.
Quando li cambiamo infatti, la loro pelle è stata a contatto con la pipi e/o la popò, quindi il suo pH naturale è alterato. Ne consegue una maggiore predisposizione a irritarsi, e l’acqua può non bastare. Le salviettine Pampers, invece, sono state realizzate con una formula esclusiva in grado di ripristinare istantaneamente il pH naturale della pelle dei nostri bimbi e di mantenerlo a lungo, riducendo il rischio di irritazioni.
Alla fine, il cambio è diventato per il mio compagno un momento di complicità con i suoi figli, uno scambio di sorrisi, gorgoglii e risatine. Le mani di papà, il loro porto sicuro.
Post in collaborazione con Pampers