All’inizio comincia con un lamento. Loro hanno la gravidanza più dura, faticosa, difficile, complicata. Anche se la ginecologa non è affatto d’accordo, loro sondano il terreno per capire chi vince ad un braccio di ferro fra gravide.
Prosegue con l’allattamento. Sono le mamme che allattano, mentre tu no. Che vanno di fascia, mentre tu no. Quelle che si sentono attaccate da sguardi maligni, e lo scrivono sui social, mentre tu stavi sorridendo al bambino attaccato al seno, ma il seno non lo avevi neanche visto, a pensarci bene.
Poi diventano le mamme dei figli più svegli, più intelligenti, più tutto e più prima. I figli di queste mamme hanno parlato per primi, camminato per primi, analizzato molecole, studiato virus, salvato l’umanità dall’ ultima pandemia, tutto in mandarino, of course, alla tenera età di 5 anni, sette mesi, tre giorni, due ore, minuto più minuto meno.
Le mamme che hanno sempre ragione sono le mamme che la vogliono avere sempre vinta, quelle che si prendono la prima ma soprattutto l’ultima parola. Hanno groupie e fan che applaudono ad ogni chat. Non si capisce se fanno il tifo per loro perché ci credono, perché le stimano o perché hanno semplicemente paura.
Le mamme che hanno sempre ragione sono quelle che, se fanno le rappresentati di classi, è un lavoro da diplomatico nei Paesi nemici ma, se lo fa qualcun altro, si tratta di casalinghe represse che devono trovare la propria identità o di papà falliti.
Le mamme che hanno sempre ragione sono quelle che, se lavorano, ti sfibrano ogni cellula, per farti capire che loro sono stanche (non tu), loro sono emancipate (non tu), e la loro giornata inizia quando finisce la tua. Perché la sera e la notte fanno quello che tu, sfigata di una casalinga di m, di una disoccupata di m, ci metti una vita a fare.
La loro emancipazione è nel lavoro, qualunque esso sia e in qualsiasi modo lo portino avanti, poi, nella vita privata e nel pensiero critico, nel medioevo erano messe meglio, ma che importa.
Le mamme che hanno sempre ragione sono quelle che, se non lavorano, tu non puoi parlare, non puoi metterti nei loro panni, non puoi sapere. Loro crescono i figli per bene (non tu). Loro hanno rapporti speciali con i figli (non tu). Sono sempre al meglio con i figli (non tu). Non tu, mamma di m.
Questa tipologia di genitore non esiste nell’altro campo, quello del papà. E, badate bene, non perché i maschi siano migliori, niente affatto!
È che alla base di questa fattispecie c’è il mancato confronto con gli altri, l’imporre solo la propria visione, il rendere invisibile l’intelocutore. Cosa che, sappiamo bene, a molti uomini (non tutti eh, per carità, non mi aggredite) riesce di natura, dal primo singulto, soprattutto se l’interlocutore è femmina.
Le mamme che hanno sempre ragione non sono cattive. No. Ma hanno il vizio di fare come un taglia erba: passate loro, con una breve battura, un sopracciglio che si alza, una frase buttata là con la leggerezza di un pachiderma, ti hanno asfaltata e tu ci metti tempo a capire, a crederci.
Le mamme che hanno sempre ragione soffrono di più, faticano di più, lavorano di più. Eppure hanno l’aria di stare da dio.
Le mamme che hanno sempre ragione, quelle dell’ultima parola, ma con i figli sempre “prima”, vanno capite. Sono solo persone che hanno bisogno di parlare, lungi da loro ferire. Immagino.
L’unica arma è usare le cuffie, quando cominciano la solita solfa, e mandarle dove vanno mandate le persone così.
Cioè in contesti dove davvero la gente se la passa male oppure dove i bambini davvero sono dei geni. Così si ridimensionano e tornano normali.