Quando si diventa genitori, tra le tantissime cose che cambiano, ci sono le relazioni sociali. Si ribalta completante lo stile di vita e, vien da sé, si ribaltano anche i rapporti.
Alcune amicizie subiscono dei ribaltoni che ti lasciano basita. Rapidamente, c’è chi sparisce, alle volte, ad onor del vero, spariamo noi. Altre, con il triplo salto mortale, a prova del circo Orfei, resistono. Ma che fatica!
Non è facile tessere, poi, rapporti nuovi. Il tempo è troppo poco e, sempre per essere sincere, soprattutto i primi anni, siamo più disposte a prendere che a dare. Per cui viene a mancare quella reciprocità che dovrebbe contraddistinguere le amicizie.
Lentamente, con il tempo e la crescita dei figli, molte cose rientrano al proprio posto e alcune amicizie anche. Nulla sarà più come prima, ovviamente. Bisogna programmare e ritagliare il tempo dedicato a sé e godere di quello che riusciamo a dare e a ricevere.
E le amicizie dei bambini, invece?
Io vivo a Milano e non so se sia così ovunque, ma far frequentare i bambini sembra una vera impresa. I pomeriggi dopo la scuola, chi scappa in palestra, chi al corso di equitazione, chi di canto, chi di lingue.
I bambini sono impegnati come fossero all’università e se non presenti una richiesta in carta bollata al genitore un mese prima, è arduo incrociarsi.
“Oggi andiamo di corsa che c’è musica, oggi lo va a prendere la nonna perché deve andare a danza, il nonno lo accompagna al museo più tardi, la tata lo porta ad una festa dall’altro lato della città, sarà per la prossima volta”.
Io, al posto di certi di bambini, sarei sull’orlo di una crisi di nervi, per fortuna loro tengono botta!
Non importa se si abita a due passi o se i bambini abbiano manifestato l’interesse a vedersi, ma noi genitori complichiamo il tutto, dimenticandoci che i rapporti vanno coltivati e non lasciati al caso.
Durante la settimana tutti fuggono ovunque, qualunque posto sembra più importante della casa di un amichetto che vuole giocare con il proprio figlio.
Durante il fine settimana, tutti fuggono altrove, lago, montagna, la qualunque. L’importante è lontano. Scappare sembra l’unica soluzione per uscire salvi dal week end.
Potrei dire che quando ero piccola io mi sembrava tutto più semplice, ma scadrei nel solito “i vecchi tempi”, per cui non lo faccio.
Rifletto, però. Rifletto su quanto la facciamo difficile, su quanto la facciamo lunga. Su quanto non andiamo al sodo, ma preferiamo vivere di stress e, alle volte, anche un pò di fuffa.