L’esperienza dell’aborto spontaneo unisce molte donne in un sentimento di perdita profondo, che troppo spesso si trova in netto contrasto con l’entusiasmo e la felicità delle future mamme presenti nelle sale d’attesa di cliniche e ospedali.
Questa coesistenza di stati emotivi così diversi in uno stesso spazio può aggravare il senso di sofferenza e isolamento. Proprio per questo, India Baston, una donna della Georgia, ha utilizzato i social media per diffondere un messaggio potente, sollecitando la creazione di ambienti separati per coloro che stanno attraversando il dolore di una perdita gestazionale.
La condivisione del dolore: il post di India sul suo aborto spontaneo
L’esperienza dell’aborto spontaneo si contrappone visibilmente alla gioia della gravidanza, portando spesso chi la vive a sentirsi ancora più isolato e ferito in ambienti comuni.
India Baston, dopo aver sofferto un aborto spontaneo a febbraio, ha apertamente condiviso i suoi sentimenti attraverso i social network, descrivendo quanto sia stato difficile stare seduta in una sala d’attesa piena di donne in attesa di un bambino, mentre lei attendeva dei controlli:
Sedersi in quella sala d’attesa accanto a tonnellate di donne incinte mentre aspetti di tornare solo per fare le analisi del sangue per vedere se il tuo livello di HCG è tornato a zero fa schifo. Non c’è un altro modo di definirlo. L’aborto spontaneo è così doloroso.
La sua storia ha toccato il cuore di molte, che hanno risposto condividendo le proprie esperienze simili di dolore e alienazione.
Una richiesta di rispetto e intimità
L’appello per sale d’attesa separate rappresenta più che un desiderio di comodità: è una richiesta di rispetto per il dolore e l’intimità nel momento del lutto.
Sebbene in Italia non ci sia una legislazione che impone l’adozione di tali spazi, alcune strutture hanno già iniziato a implementare questa pratica, mostrando un’attenzione particolare verso il bisogno di privacy e rispetto delle donne in lutto.
L’iniziativa di India Baston sottolinea l‘importanza di affrontare e discutere apertamente questa realtà, promuovendo una maggiore consapevolezza e comprensione delle esigenze emotive di chi vive un aborto spontaneo. Queste donne meritano un ambiente che le protegga e le sostenga nel loro percorso di elaborazione del lutto, senza esporle a ulteriori stress emotivi.