19 febbraio 2025 –
Quando si tratta della salute dei nostri bambini, l’istinto di un genitore può fare la differenza tra la vita e la morte. Questo è il cuore della “Regola di Martha”, un protocollo introdotto in 143 ospedali del Regno Unito che permette ai familiari di richiedere un secondo parere medico urgente quando percepiscono che qualcosa non va.
La storia di Martha Mills: una vita che poteva essere salvata
La “Regola di Martha” prende il nome da Martha Mills, una ragazzina di 13 anni morta nel 2021 a causa di una sepsi non diagnosticata tempestivamente. Tutto è iniziato con un incidente in bicicletta, un episodio che sembrava banale, ma che ha avuto conseguenze tragiche.
Durante la caduta, Martha aveva riportato una lesione al pancreas, un danno interno che inizialmente non sembrava preoccupante. I medici del King’s College Hospital di Londra, pur notando un peggioramento delle condizioni della bambina, decisero di non trasferirla in terapia intensiva. Nel giro di pochi giorni, la lesione si complicò, portando allo sviluppo di una sepsi, un’infezione grave che, se non trattata tempestivamente, può essere fatale.
I genitori di Martha, Merope Mills e il suo compagno, erano preoccupati. Sentivano che qualcosa non andava, ma le loro richieste di ulteriori controlli non ebbero risposta. Dopo la morte della figlia, iniziarono una campagna per garantire che nessun altro genitore si trovasse impotente di fronte a una situazione simile.
Come funziona la Regola di Martha?
La Regola di Martha offre a genitori, caregiver e pazienti stessi la possibilità di avere un secondo parere medico urgente se pensano che di aver bisogno di un secondo parere da parte del personale sanitario.
Il processo è semplice ma efficace:
- Segnalazione: I familiari o i pazienti possono effettuare una telefonata o richiedere direttamente un consulto, esprimendo le proprie preoccupazioni sul trattamento in corso.
- Valutazione: Un team medico indipendente esamina rapidamente il caso, valutando le condizioni del paziente e il percorso di cura intrapreso.
- Azione: Se il secondo parere conferma la necessità di un intervento più intensivo, il paziente è immediatamente trasferito in un reparto adeguato o sottoposto a ulteriori accertamenti.
Risultati concreti: numeri che parlano chiaro
Da quando la Regola di Martha è stata introdotta nel 2024 come progetto pilota, i risultati sono stati tangibili. Nei 143 ospedali coinvolti, sono state effettuate 573 richieste di secondo parere. Di queste:
- 57 casi hanno portato a un’intensificazione delle cure,
- 14 pazienti sono stati trasferiti in terapia intensiva tra settembre e ottobre.
Questi numeri dimostrano quanto sia fondamentale ascoltare le preoccupazioni dei familiari. Non si tratta solo di rassicurare, ma di agire tempestivamente per prevenire il peggio.
E non si tratta neanche di puntare il dito contro medici o infermieri: si tratta solo di far lavorare al meglio un sistema che può sbagliare, in quanto costituito principalmente di persone, esseri umani che purtroppo possono sbagliare.
Il ruolo dei genitori: la voce che fa la differenza
La Regola di Martha non si limita a migliorare il sistema sanitario, ma restituisce ai genitori il diritto di essere ascoltati.
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Nessuno conosce un bambino meglio della sua famiglia: piccoli cambiamenti nel comportamento, nella risposta alle cure o semplici segnali di malessere possono passare inosservati ai medici, ma non agli occhi attenti di una mamma o di un papà.
Come ha sottolineato Merope Mills in un’intervista alla BBC: “Vorrei che tutti i medici che hanno ancora dubbi sul valore della Regola di Martha si rendessero conto che un po’ di umiltà e di apertura verso le opinioni della famiglia e dei pazienti sono alla base della medicina migliore e più sicura”.
Perché la regola di Martha dovrebbe essere adottata ovunque
Il successo della Regola di Martha nel Regno Unito solleva una domanda importante: perché non estendere questo protocollo anche in altri Paesi?
In Italia, ad esempio, non esiste ancora una procedura strutturata che consenta ai genitori di richiedere un secondo parere urgente durante il ricovero dei propri figli.
Implementare un sistema simile significherebbe garantire maggiore sicurezza ai pazienti e offrire ai familiari uno strumento concreto per far valere le proprie preoccupazioni. Non si tratta di sfidare l’autorità medica, ma di creare un’alleanza tra medici e famiglie, basata sulla fiducia reciproca e sulla collaborazione.
Fonte immagini: Merope Mills su X