Una famiglia italiana spende in media 7mila euro tra il periodo della gravidanza e il dodicesimo mese di vita del primogenito: è questa la “fotografia” emersa da un‘indagine Istat e da una ricerca condotta da mUp Research che evidenziano i costi necessari per crescere un neonato ma anche come spesso si faccia ricorso al prestito in banca o all’aiuto economico dei nonni.
Prestiti e aiuto dei nonni per i genitori
In un Paese come l’Italia in cui cresce l’età media della popolazione e il tasso di natalità continua nel suo trend negativo fa discutere una ricerca presentata di recente in cui si sottolinea come avere un figlio comporti costi che non tutte le famiglie possono affrontare.
L’indagine realizzata da mUp Research rivela che nell’ultimo triennio sono stati 210mila i nuclei familiari (13,3% del totale) che hanno fatto ricorso a un prestito per affrontare le spese legate alla nascita del primo figlio (acquisto di un’auto più grande, ristrutturazione dell’abitazione o ricerca di una nuova).
Inoltre il 43,5% di queste famiglie ha chiesto un aiuto economico ai nonni e altri parenti mentre a livello geografico si nota come le richieste di prestito riguardino soprattutto i neo genitori del Sud.
La spesa per un primogenito
Le spese medie sostenute sin dalla gravidanza e fino ai primi dodici mesi di vita del primogenito si attestano sui 7mila euro, di cui circa 3400 riguardanti visite mediche, acquisto di farmaci e corredo durante la gestazione e altri 3600 nei nove mesi dopo il parto (pannolini, pappe e acquisto di vestitini).
Dall’indagine mUp Research emerge come i costi diminuiscano però per i secondi figli con le spese totali che si riducono del 24%: questi infatti “vivono di rendita” e beneficiano anche dell’esperienza acquisita da mamma e papà nel gestire il bilancio.
Ad ogni modo nel primo anno di vita del bimbo sono state tantissime le richieste di prestiti con picchi registrati soprattutto nel Meridione e nel Centro Italia mentre il 40% dei nuclei ha usufruito del supporto finanziario dei nonni.
Ulteriori costi per baby sitter e asili nido
Tuttavia le spese non finiscono dopo i primi dodici mesi dal momento che poi subentrano quelle per l’eventuale baby sitter o per iscrivere il figlio a un asilo nido: e ancora una volta molte famiglie fanno quadrare il bilancio ricorrendo ai soliti nonni per accudire i bimbi soprattutto mentre si è via per lavoro.
Da questo punto di vista il problema nel nostro Paese è dovuto alla mancanza di posti sufficienti nei nidi (quelli disponibili tra il 2016 e il 2017 soddisfacevano il 25% del fabbisogno totale): di conseguenza il 40% delle famiglie che faceva parte del campione ha dovuto sostenere ulteriori costi che si aggiravano attorno ai 531 euro di media per la retta mensile di un asilo privato e circa 460 per una baby sitter.