Soltanto recentemente è stato approfondito il ruolo che i cannabinoidi presenti nel latte materno svolgono sullo sviluppo del neonato, sfatando i pregiudizi legati a tali fitocomposti. Sulla rivista European Journal of Pharmacology è stato pubblicato uno studio del 2004 sugli effetti benefici osservati in medicina pediatrica.
Cannabinoidi, cosa sono?
I cannabinoidi, un ampio gruppo di composti organici di origine vegetale, presenti nella Canapa Sativa, sono sostanze che interagiscono con uno specifico gruppo di recettori del sistema nervoso centrale e periferico.
Tra queste molecole è compreso il THC (tetraidrocannabinolo), uno dei principali componenti della marijuana, rilevato anche nel latte materno.
Quando i Cannabinoidi sono nel latte materno
Dagli studi sui cannabinoidi presenti nel latte materno, si deduce che tali sostanze sono estremamente positive per lo sviluppo: è proprio con l’allattamento che la madre consente al neonato di accrescere il proprio peso corporeo durante i primi mesi di vita, e i cannabinoidi del latte materno stimolano nel neonato il processo di suzione.
Nell’organismo esistono due tipi di recettori cannabinoidi:
– varietà CB1, presente a livello encefalico;
– varietà CB2, localizzato nel sistema immunitario ed in tutto il resto del corpo.
I recettori CB1 e CB2 vengono stimolati sia dai cannabinoidi del latte materno nel neonato, che da quelli della marijuana negli adulti.
Tali recettori sono localizzati a livello delle membrane cellulari e vengono attivati dal THC, acquisendo la capacità di proteggere l’organismo dall’attacco di microrganismi patogeni, come virus e batteri, ed anche da cellule di tipo neoplastico, in caso di varie tipologie tumorali.
Sono soprattutto i recettori di tipo CB2 del sistema immunitario, a stimolarne la risposta protettiva per difendere l’organismo, qualora insorgessero le patologie nominate sopra.
Importanza dei cannabinoidi
L’importanza della marijuana come sostanza farmacologicamente attiva nella cura di molte patologie è nota da tempo, viene infatti prescritta in caso di malattie neurodegenerative come la sclerosi multipla, in alcuni tipi di carcinomi, per alleviare il dolore neuropatico e per contrastare l’abuso di sostanze alcoliche.