Ebbene sì, stando alle statistiche, una percentuale rilevante dei casi cosiddetti di infertilità dipendono da infezioni a carico dell’apparato riproduttivo. Entrando più nello specifico, pare che questa casistica si aggiri intorno ad un terzo del campione preso in analisi. Questo dato vede protagonisti in egual misura sia gli uomini che le donne e mette in allarme tutti coloro che vogliono avere un figlio.
Le infezioni dell’apparato riproduttivo
Il primo e più importante aspetto di cui tenere conto quando si parla di infezioni a carico del sistema riproduttivo riguarda il fatto che non devono essere considerate tutte allo stesso modo. In alcuni casi, infatti, pur trattandosi di patologie complesse e da non sottovalutare, potrebbero non mettere a rischio future gravidanze. A dover far preoccupare più di ogni altra cosa sono i primo luogo le infezioni che vedono protagonista il collo dell’utero.
In gergo tecnico, queste infezioni vengono dette cervicali e sono generate da microrganismi particolari come ad esempio la Clamidia. Questo tipo di patologia si trasmette sessualmente e in linea di massima è del tutto privo di sintomi. E il rischio è proprio questo. Troppo spesso infatti non ci si accorge di essere affetti da questa patologia se non quando è troppo tardi.
La gravidanza è possibile?
Ma perché questo tipo di patologie possono rendere impossibile una gravidanza? La risposta a questo interrogativo è semplice: le infiammazioni che si generano a seguito delle infezioni colpiscono l’endometrio che non è altro che la parte di tessuto che riveste l’utero. Questa infiammazione non fa altro che impedire all’embrione di riuscire ad impiantarsi, generando aborti entro i primi tre mesi. Inoltre, non sono da escludere veri e propri stravolgimenti di natura anatomica che potrebbero occludere le tube e impedire ogni genere di concepimento. Insomma, quando si parla di infezioni a carico del sistema uterino è sempre bene prestare molta attenzione e cercare di prendere in tempo la situazione al fine di evitare danni peggiori.