Disturbo abbastanza frequente nei neonati, l’idrocele si manifesta con la comparsa di piccoli gonfiori intorno ai testicoli, dovuti alla raccolta di liquido nello scroto.
È una condizione benigna, frequente nei prematuri, che nella maggior parte dei casi si risolve autonomamente.
Solo in pochi casi si arriva a un intervento chirurgico.
Che cos’è l’idrocele nei neonati
L’idrocele è dovuto al fatto che il dotto peritoneo-vaginale tra lo scroto e l’addome non è perfettamente chiuso. Questa condizione porta quindi alla raccolta di liquido nella zona dei testicoli, causando un rigonfiamento.
Si tratta di una dei disturbi che riguardano i neonati, tuttavia può comparire anche nei bambini, negli adolescenti e negli adulti.
Nei neonati si parla di idrocele congenito e si può verificare in due modi:
– l’idrocele aperto o comunicante.
Nel settimo-ottavo mese di gravidanza i testicoli scendono verso lo scroto insieme alla guaina che costituisce il dotto.
Il dotto si chiude alla nascita ma, in caso contrario, dall’addome continua a defluire del fluido che si raccoglie intorno al testicolo;
– l’idrocele non comunicante, che si verifica quando il dotto è chiuso ma rimane del liquido intorno al testicolo.
Entrambe le condizioni sono benigne e risultano essere più frequenti nei neonati prematuri. In genere l’idrocele interessa un unico testicolo, tuttavia nel caso dell’idrocele bilaterale riguarda tutti e due.
Che cosa comporta l’idrocele
Nei neonati l’idrocele non provoca dolore ed è una condizione asintomatica. In genere ce se ne accorge soltanto notando un gonfiore violaceo nella zona dello scroto.
Le dimensioni variano a seconda del momento (è meno appariscente la mattina) e della posizione assunta dal neonato. Ad esempio, in posizione eretta il rigonfiamento è più grande perché si favorisce l’afflusso di liquido dall’addome. In genere il gonfiore da idrocele è duro, teso e sviluppato nel senso della lunghezza intorno al testicolo oppure lungo il funicolo. Inoltre, se illuminato, appare trasparente.
La diagnosi viene fatta da medico semplicemente palpando il canale inguinale con una procedura essenzialmente clinica. Spesso si effettua una visita specialistica di controllo.
Idrocele: come si risolve
Nel 70-80% dei casi l’idrocele congenito nei neonati si risolve autonomamente. In caso contrario, avviene il drenaggio del fluido e la chiusura del dotto peritoneo-vaginale con un intervento chirurgico di breve durata per evitare il rischio che il bambino con il tempo sia interessato da un’ernia inguinale.
In Italia le indicazioni del Ministero della Salute raccomandano di attendere che il bambino abbia almeno due anni prima di eseguire l’intervento. In altri Paesi si attende almeno un anno.
Questo periodo d’attesa è dovuto a due ragioni. Innanzitutto l’intervento è più semplice rispetto a quanto avviene nei neonati; in secondo luogo in questo periodo la condizione risolversi da sola. Si procede con anestesia locale e con intervento in day hospital.