La loro presenza è importantissima nel nostro territorio ma la figura rimane tuttora poco conosciuta, proprio perché essi compiono la loro missione in modo silenzioso, discreto e mai invadente. Stiamo parlando dei volontari salva-bambini, i volontari che grazie al dialogo, al confronto e al sostegno morale, psicologico ed economico, hanno fatto sì che 9000 bambini condannati all’IVG (interruzione volontaria di gravidanza) potessero vedere la luce.
La differenza tra i volontari salva-bambini e gli obiettori
Non tutti i volontari salva-bambino sono necessariamente obiettori di coscienza e non colpevolizzano la donna per la scelta ma la sostengono e aiutano anche qualora la scelta dell’IVG dovesse essere portata a termine. Molte volontarie hanno vissuto sulla loro stessa pelle la triste esperienza dell’aborto volontario, e attraverso un percorso particolare, offrono oggi sostegno alle donne che si trovano ad un passo da quella scelta irreversibile che si porteranno irrimediabilmente dentro, assistendola, senza critiche ne giudizi.
L’utilità del CAV, il Centro di aiuto alla vita dove operano i volontari salva-bambini
Il nostro territorio è ricco di associazioni di sostegno, circa 350 sparse nella penisola, pronte ad attivarsi a tutto campo qualora vi fosse la segnalazione di una donna in difficoltà, presso le quali ogni anno si rivolge una media di 30.000 donne intenzionate ad interrompere la gravidanza. Se è vero che ogni donna ha diritto di scegliere autonomamente se ricorrere alla Legge 194 (legge a sostegno dell’interruzione volontaria di gravidanza), è anche vero che non è giusto permettere che una donna rinunci alla creatura che porta in grembo, perché grava in situazioni economiche disagiate e non si sente pronta per affrontare la maternità. Il ruolo dei volontari non è quello di convincere la donna a cambiare idea, quanto piuttosto offrirle gli strumenti affinché possa affrontare la gravidanza sotto un’altra ottica: sostegno materiale, concreto, economico, sostegno psicologico, conforto e confronto, che comprendono, se necessario, anche l’inserimento in strutture protette che accolgono giovani madri con percorsi difficili o che gravano in situazioni particolarmente disagevoli, offrendo tutto il supporto necessario per il reinserimento sociale e per l’acquisizione del ruolo genitoriale.
Sportelli di ascolto all’interno di consultori ed ospedali dove trovare i volontari salva-bambini
In quasi tutti gli ospedali e nei consultori familiari, è disponibile uno sportello di ascolto pronto ad accogliere lo sfogo o la richiesta di aiuto delle donne che si trovano sull’orlo dell’aborto, sportelli adibiti all’ascolto e mai alla critica, che hanno l’unico scopo di consigliare una soluzione alternativa alla drammatica scelta dell’aborto.
Ricevere non solo parole di conforto ma stendere insieme un progetto reale, che promette (e mantiene!) pannolini, corredino e tutto il necessario indispensabile ad un bebè appena nato, con la possibilità di ricevere tutto il necessario grazie all’aiuto dei volontari, consente che si verifichino tanti piccoli miracoli e ogni anno i volontari vedono nascere circa 9000 bimbi che senza il loro intervento non sarebbero nati. Ma non sempre le difficoltà nascono da problematiche economiche o sociali, talvolta lo stato di salute materno-fetale implica una condizione che indica l’IVG o ancora, l’esito di esami specialistici preannuncia gravi malformazioni o patologie a carico del feto che indicano l’interruzione di gravidanza. Il primo spiraglio verso la luce è trovare il coraggio di rivolgersi ad uno sportello. Parlare, sfogarsi, piangere con la certezza di non essere giudicate è ciò che si palpa fin dalle prime parole scambiate con i volontari, presso gli sportelli d’ascolto o telefonicamente, rivolgendosi al numero verde del centro del Movimento per la Vota Italiano (800813000). I volontari sempre più spesso, si trovano ad assistere alla nascita di bambini sani laddove la scienza aveva dato indicazioni infauste e gravi, rendendosi testimoni di piccoli miracoli.