Se la gravidanza per molte donne rappresenta un vero e proprio stato di grazia, tuttavia la sfilza di analisi cui è necessario sottoporsi rendono meno gradevole questo periodo straordinario ed emozionante. Dopo aver eseguito tutti gli esami diagnostici dei primi tre mesi, il protocollo ufficiale prevede dei test specialistici anche per il secondo trimestre di gestazione. Vediamo nel dettaglio quali sono i più importanti.
Gli esami che si effettuano nel corso del secondo trimestre sono fondamentali al fine di monitorare il buon andamento della gravidanza.
Tra la diciannovesima e la ventitreesima settimana è buona norma eseguire la cosiddetta ecografia morfologica (sia in 3D che in 4D), in quanto essa rappresenta uno dei controlli più importanti dei 9 mesi. Essa, infatti, si occupa di analizzare in maniera approfondita le caratteristiche morfologiche del feto, ovvero il corretto sviluppo dei suoi organi, allo scopo di individuare o di escludere eventuali malformazioni. Va eseguita necessariamente nelle settimane segnalate, in quanto in questo periodo si registra un rapporto ottimale tra la quantità di liquido amniotico e la dimensione raggiunta dal feto.
Tra la ventiquattresima e la ventisettesima settimana va effettuato un prelievo del sangue al fine di verificare i seguenti valori:
1 – emocromocitometrico: valuta i globuli rossi, i globuli bianchi e le piastrine presenti nel sangue, al fine di mettere in luce eventuali anemie;
2 – ferritina: fornisce una misura della quantità di ferro di riserva a disposizione dell’organismo. Non è raro che in gravidanza, infatti, si registri una carenza di ferro, determinata dallo sviluppo del feto.
3 – glicemia: questo parametro indica la quantità di zuccheri presenti nel sangue e serve a evidenziare un eventuale diabete gestazionale.
Tramite l’esame delle urine si verificano la concentrazione di zuccheri e di una proteina denominata albumina nelle urine, al fine di capre se la donna sia affetta da diabete gestazionale e/o da gestosi.
Il tampone vaginale, infine, tramite l’analisi delle secrezioni vaginali, serve a rilevare l’eventuale presenza di infezioni di origine batterica.