Mio marito, francese, lamenta spesso che le politiche italiane non sgravano quasi affatto chi ha più figli. Quindi dimentichiamo i vantaggi fiscali di una plurimamma. Nondimeno, alcuni benefits per chi ha più bambini, esistono.
1. “Scusa non posso, ho il figlio malato.”
Frase già valida con uno solo, aumenta esponenzialmente la sua credibilità in caso di due, tre o – per le più temerarie – quattro infanti. La potete sfoderare per rimbalzare il pranzo dalla suocera, schivare l’assemblea di classe, o all’occasione anche quelle festicciole di compleanno gremite di piccoli bambini urlanti e grandi virus silenti.
2. “Scusa devo andare, la sorellina deve dormire”
O anche: “Scusa arrivo tardi, la sorellina dorme.” Il sonnellino dei piccoli è la salvezza dei grandi. Se proprio non potete evitare le feste, potete ridurre i tempi di esposizione.
3. L’acquisto anti-depressivo di dolci.
Puoi comprare valanghe di merendine: se poi per metà le mangi tu, se poi sono le tue preferite e non le loro, la cassiera non lo sa. Quello che importa è che tu faccia la spesa debitamente attrezzata di prole.
4. Hai sempre una buona scusa ragione per essere stanca
Anche nei confronti del marito. Non tanto in senso di garante a castità matrimoniale, quanto di ammortizzatore di colpe. A nessuno piace avere accanto una donna formato-callo, spiacevole alla vista, dura da trattare, e fastidiosa a oltranza. Ma hai 3 figli, a tempo pieno, tutti sotto i 10 anni, e alle spalle una miriade di notti insonni e di giorni senza tregua: puoi schiantarti sul divano nel tuo pigiama felpato, rifuggire inviti poco graditi e obbedire a cuor leggero all’inerzia-da-palestra (detta anche il sacro riposo della pluripara).
5. Hai sempre una buona ragione che giustifichi la taglia delle tue tette
Prima sono gonfie perché allatti, poi sono sgonfie perché hai allattato. Hai messo su un chilo, ne hai messi tre. Chi tutti lì, chi – lì – nessuno. Ma è il prezzo della Vita.
6. Puoi salvarti dalle telefonate promozionali.
Questo è un benefit da non sottovalutare: chiama la filippina del call-center Vodafone, se sei fortunata hai tutti e 3 i figli a casa, anzi è l’ora di pranzo e sei già vertiginosamente aggrappata agli ultimi brandelli di pazienza, ché destreggiarti tra fuochi e progenie non è (ancora) diventata cosa semplice. Il numero è visibile, chiaro, da cellulare. Ma chi può essere? Poi la sorpresa: “Pronto, sì Signora…”. Per un attimo pensi a mandarla a cagare. Poi un figlio grida con la sorella, l’altra rivendica qualcosa: istintivamente vorresti quietarli, gli hai insegnato che non si urla quando mamma è al telefono. Infine l’illuminazione: “Bimbi – sussurri – gridate!” Quelli sgranano gli occhi.
“Sì, gridate. Dai, forza!”
“Scusi, signora, non riesco a sentire, ho i figli che urlano… devo riagganciare.”
Loro si divertono. Io mi diverto. La filippina un po’ meno.