Il coronavirus ha colpito anche molte donne durante il periodo di gravidanza, ma uno studio effettuato dagli esperti ha fatto emergere in dato assolutamente positivo: solo 3 bambini su 100 tra i nati da mamme “Covid” sono risultati contagiati. Nel 20% dei casi invece, il coronavirus ha determinato parti prematuri. Secondo la Società italiana di neonatologia, l’allattamento al seno non causa problemi.
I numeri evidenziati dal registro nazionale Covid 19
Il presidente della Sin, “Società Italiana di neonatologia” ha spiegato che subito dopo l’inizio della pandemia, è stato messo in funzione un registro dove si annotavano i dati, provenienti da tutta Italia, relativi alle donne che partorivano ed erano state contagiate.
Da questi si è potuto constatare che solo nel 2,8% dei casi il contagio si è esteso al bambino dopo il parto. Gran parte delle informazioni erano provenienti da regioni molto colpite come la Lombardia, l’Emilia Romagna ed il Piemonte.
Ad oggi i casi di bambini positivi riscontrati sono solo 6 su 215 casi totali e non hanno avuto sintomi oppure sono stati lievi e nessuno dei 6 ha avuto la necessità di un ricovero nei reparti di terapia intensiva.
In 5 dei casi il contagio è avvenuto attraverso i cosiddetti “droplet“, le goccioline respiratorie, che le madri hanno emesso mentre parlavano, e solo 1 caso è lega alla trasmissione “intrauterina”.
Nessun problema per quanto riguarda l’allattamento al seno
Questi dati hanno spinto la Società scientifica a considerare efficaci le linee guida che erano state stabilite all’inizio della pandemia. Queste prevedono di continuare ad allattare i bambini al seno anche per le madri positive. Oltre a questo se la madre presenta sintomi leggeri, per la salute sia fisica che psicologica del bambino e della madre, si preferisce non separarli dopo il parto.
Nel 77,6% dei casi i neonati sono stati nutriti solamente con latte materno. Nel registro si tiene conto anche del periodo successivo alle dimissioni dai reparti ospedalieri e solo in 13 casi i bambini sono divenuti positivi una volta arrivati nelle loro case e quindi è stato necessario riportarli in ospedale.
Aumentato il numero dei parti prematuri
Un altro punto che merita attenzione è quello che riguarda i parti prematuri. Tra le madri che sono state “censite” con il registro, il 19,7% ha avuto un parto prematuro. Un numero che è il doppio di quanto avviene normalmente in Italia dove il tasso di parti prematuri è dell’8-9 per cento.
La spiegazione data dal presidente della Sin è che in alcuni casi si è verificata proprio a causa del virus, la necessità di anticipare il parto, mentre in altre occasioni è stato proprio il coronavirus a determinare l’anticipo.