Uno studio piacentino ha analizzato il rapporto fra gravidanza e Coronavirus. Secondo i risultati sembra che la placenta possa proteggere il bambino dall’infenzione di Covid-19. Da Monza arriva però la notizia di uno studio che ha confermato la possibilità del contagio in utero.
Lo studio piacentino
Sono confortanti le notizie dell’Asl di Piacenza che ha condotto un importante studio scientifico fra rapporto Covid-19 e gravidanza. Stando alle parole del primario Giacomo Basucci sembra che la placenta possa proteggere il futuro nascituro dall’infenzione da Covid-19.
Gli studi hanno preso inizio a partire dal 24 febbraio 2020, la data in cui una mamma risultata positiva al tampone ha partorito un bambino, venuto alla luce senza nessuna traccia di infezione. Nelle settimane precedenti al di fuori della Cina sono stati riportati 21 casi di mamme positive al Coronavirus che hanno partorito bambini che non hanno avuto nessun problema.
C’è una piccola percentuale di casi di bambini che sono risultati all’infezione da Covid-19, contratta però solo dopo la nascita. In ogni caso i piccoli sono stati ricoverati con forme molto lievi che sono guarite nel giro di una settimana.
Gli effetti della pandemia
Il primario dell’ASL di Piacenza, Giacomo Biasucci, spiega che queste 21 nascite senza complicazioni da Coronavirus sono un dato statistico molto di rilievo, anche rispetto ad altri grandi centri di cura nazionali.
C’è infatti da considerare che durante i mesi di marzo e aprile, in pieno lockdown, si sono registrate in tutta Italia cali delle nascite in ospedale. Molte mamme spaventate dalla situazione e di poter contrarre il virus in ospedale hanno preferito altri metodi, come partorire in casa o rimandare quanto più possibile il momento. Spesso si trattava di precauzioni eccessive dal momento in cui la maggior parte dei reparti maternità degli ospedali sono stati tutelati tramite dei percorsi specialistici che garantivano contatto zero con il Coronavirus.
In particolare l’ASL di Piacenza, dove sono stati condotti gli studi sul rapporto tra Sars-Cov-2 e Gravidanza, ha avuto zero contagi nel rapporto maternità grazie alle nuove procedure ospedaliere attivate.
Lo studio di Monza e la necessità di ulteriori indagini
Se i risultati dello studio di Piacenza sono incoraggianti, da Monza arriva un’altro studio che tende a confermare che esista in ogni caso la possibilità di trasmissione del virus da madre e figlio nel corso della gravidanza.
Uno studio condotto dall’Università Statale di Milano insieme all’Ospedale Sacco, il Dipartimento Materno Infantile dell’Ospedale di Monza e il Policlinico San Matteo di Pavia ha infatti analizzato il materiale biologico di 31 donne positive al virus, nei neonati e nella placenta.
Lo studio, a cui ha partecipato anche la moglie del paziente 1, ha rilevato la positività in due dei neonati: una positività durata 7-10 giorni nel caso di un neonato prematuro nato da mamma fortemente sintomatica e poche ore nel caso di una mamma con pochi sintomi, a cui era stata rilevata una positività della placenta. In nessuno dei casi però i bambini hanno manifestato sintomi.